“Se non posso benedire le coppie gay, non benedico le palme”: l’eclatante gesto di un parroco in Liguria

Don Giulio Mignani, parroco di Bonassola in provincia di La Spezia, ha deciso di non benedire palme e ramoscelli di ulivo, durante le celebrazioni per la Domenica delle Palme. La sua decisione è stata dettata da una sorta di “protesta” contro il documento emanato dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, che vieta in sostanza la benedizione delle coppie omosessuali.

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Le parole di Don Mignani sono state precise: “Se non posso benedire le coppie formate da persone dello stesso sesso, allora non benedico neppure i ramoscelli d’olivo”. Insomma, il parroco si è rifiutato in quanto considera assurdo il divieto emanato dalla Congregazione. Eppure sembra che il parroco faccia un po’ di confusione, tra i vari argomenti, e le sue dichiarazioni sembrano quasi un’arrampicata sugli specchi. Infatti le benedizioni liturgiche, che rientrano all’interno di celebrazioni religiose, nulla hanno a che vedere con la benedizioni delle coppie; o almeno, non in questo preciso contesto.

Certo, ci sono delle celebrazioni che hanno lo scopo di benedire le varie coppie, ma questo rientra in altri momenti dell’anno religioso. Nel caso della Domenica delle Palme la benedizione sui ramoscelli di ulivo e sulle palme, rappresenta un significato completamente diverso. Si celebra l’entrata di Gesù a Gerusalemme tra la folla gioiosa e festante, è un evento storico, con un significato profondo perché porta alla Settimana Santa e quindi alla Pasqua; si tratta di un evento epocale per la nascita della Chiesa e per la religione cristiana.

Confondere le cose non fa mai bene. Non si vuole di certo entrare nel merito delle decisioni di don Mignani, ma spesso si tende a confondere la “politica” ecclesiastica con la ritualità religiosa e con i fondamenti di una Fede, che nulla hanno a che spartire tra loro.
Le diatribe interne alla Chiesa Cattolica forse dovrebbero rimanere nei Palazzi Vaticani e non intaccare la religiosità e la Fede.

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