Caso Biot, ecco i documenti segretissimi che avrebbe consegnato alla Russia, i figli: “Se lo congedano siamo finiti”

Si aggrava la posizione dell’ufficiale di Marina Walter Biot, in carcere con l’accusa di spionaggio. Oggi il gip Antonella Minunni ha reso pubblico il contenuto della scheda di memoria sequestrata al militare, colto in flagrante mentre consegnava una chiavetta USB a un ufficiale russo: sono 181 le foto di alcuni documenti cartacei, tra cui 9 documenti di natura militare classificati come riservatissimi e 47 di tipo ‘Nato Secret‘, tutti ovviamente classificati come “riservatissimi.

Le accuse del gip

Walter Biot, servitore dello stato da 35 anni, gestiva documenti segreti, riguardanti questioni di difesa dello Stato. Nell’ordinanza del gip si parla nel dettaglio del ruolo  dell’uomo che riguardava la “proiezione degli assetti italiani della Difesa in teatri operativi esteri e anche di operazioni Nato, Ue e Onu”.

L’episodio del parcheggio che ha portato all’arresto non sembra un caso isolato e le indagini confermano: “Modalità esecutive – si legge nell’ordinanza – che mostrano in maniera palmare l’estrema pericolosità del soggetto stante la professionalità dimostrata nel compimento delle suddette azioni desumibile dai parecchi strumenti utilizzati (4 smartphone) e dagli accorgimenti adottati“.

Tutto fa propendere per una condanna, per il momento solo morale, decisa e netta. Sempre il gip continua: “Gli elementi sono sintomatici dello spessore criminale dell’indagato che non si è posto alcuno scrupolo nel tradire la fiducia dell’istituzione di appartenenza al solo fine di conseguire profitti di natura economica”.

Il movente economico come perno della difesa

L’indagato non ha negato il capo d’imputazione ma ha tentato di ridimensionare la gravità degli atti che ha commesso: “Dei fatti contestati non ci sono notizie che possano aver messo a repentaglio la sicurezza dello Stato, non ho mai messo in pericolo l’Italia.
All”Adnkronos’ l’avvocato dell’ufficiale della Marina Militare ha cercato di spiegare parzialmente le cause del gesto: “Mi ha riferito di una gravissima fragilità economica legata a una situazione familiare. Sa di doversi difendere da accuse gravi ma siamo certi che i fatti verranno ridimensionati”.

Ad avvalorare la tesi del difensore anche la moglie e i figli di lui.
In particolare il figlio, ormai uomo di 35 anni, ha difeso a spada tratta Biot:
“Mio padre ha fatto la seconda Guerra del Golfo – si è sfogato il 35enne su Repubblica – è stato in Afghanistan, in Iraq. Questa è una cosa che ci metterebbe nei guai, io già ho problemi a lavoro e mia sorella anche. Ho un impiego part time, faccio giardinaggio. Se lo congedano siamo finiti, ci tolgono i bambini minorenni perché non possiamo mantenerli e io ho già avuto problemi con la legge”.

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