Omicidio Daunte Wright: poliziotta accusata di omicidio di secondo grado

L’omicidio di Daunte Wright, un ragazzo afroamericano di 20 anni, da parte della poliziotta Kim Potter ha fatto insorgere gli attivisti del movimento ‘Black Lives Matter’, specialmente quelli di Minneapolis, nel Minnesota, la città dove è avvenuto il crimine e dove, fra l’altro, è morto anche George Floyd, l’afroamericano soffocato da un agente della polizia e il cui omicidio ha dato vita al movimento.

Adesso, la poliziotta è stata formalmente accusata di omicidio di secondo grado e dovrà presentarsi in appello.

L’omicidio di Daunte Wright

Daunte Wright è stato ucciso a causa di una semplice infrazione del codice della strada. Dopo essere stato fermato dai poliziotti, il ragazzo si era dato alla fuga a bordo della sua macchina. I poliziotti lo hanno presto raggiunto e, scoprendo di un mandato di arresto a suo carico, hanno cercato di ammanettarlo, dopo che Kim Potter gli aveva sparato.

Inizialmente Kim Potter si era giustificata dicendo che pensava di averlo ferito con un taser e non con un’arma da fuoco. Ma il ragazzo gravemente ferito si è schiantato contro un’altra auto perdendo la vita sul colpo.

Anche il capo della polizia aveva portato avanti questa linea, asserendo che Potter gli aveva sparato erroneamente, scambiando la pistola per un taser.

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L’accusa e la probabile pena

I movimenti antirazzisti americani insorgono nuovamente, a seguito dell’ennesimo abuso da parte di una divisa nei confronti di un cittadino afroamericano. L’opinione pubblica, infatti, non crede affatto all’ipotesi dell’errore e dello scambio della pistola con il taser ed esige giustizia.

Kim Potter intanto è stata accusata formalmente di omicidio di secondo grado. Questa accusa nello stato del Minnesota può avere diverse accezioni. A volte si riferisce all’omicidio volontario, altre volte si riferisce al tentativo di infliggere dolore o sofferenza a un’altra persona. Nel caso in cui fosse valutata questa seconda ipotesi, Kim Potter dovrà scontare dieci anni in carcere. Ma si avranno notizie più certe in merito dopo il processo, che si attende al più presto.

 

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