Branco violenta 18enne e il padre li difende: “Mia figlia era ubriaca, sono bravi ragazzi”

Per la 18enne vittima delle violenze un doppio dramma e un doppio dolore, sebbene il padre, alla fine, abbia compreso. Dopo due mesi arrivano gli arresti

Una storia da incubo, che fa venire la pelle d’oca non solo per l’età dei personaggi coinvolti e per quello che la vittima ha dovuto subire, ma anche per l’atteggiamento di chi, invece di tutelarla in un primo momento, difende i suoi aggressori.

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Accade a Campobello di Mazara, in provincia di Trapani, dove una ragazza neodiciottenne, convinta di andare ad una festicciola fra amici, si è ritrovata circuita dagli stessi che l’hanno violentata.

Quella terribile notte di violenze

I fatti risalgono alla notte fra il 6 ed il 7 febbraio scorso, quando la vittima è stata invitata ad un party a casa da un gruppo di amici che conosceva bene. Fin qui niente di strano se non fosse che la festa non esisteva, e la ragazza si è ritrovata da sola con il branco. Stando a quanto ricostruito, la 18enne era stata invitata ad una festa dai quattro amici all’interno di una villetta sita in una frazione di Castelvetrano.

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Sono andati persino a prenderla a casa, come un qualsiasi amico farebbe, e, una volta giunti presso l’abitazione, la ragazza ha capito che non c’era nessuna festa. Non si è però allarmata: si trovava con i suoi migliori amici ed era convinta che altre ragazze sarebbero arrivate lì nella villa.

Nel frattempo tutti hanno iniziato a bere dei drink, fino a quando alle 21.30 la neodiciottenne è stata informata del fatto che, in realtà, nessuno si sarebbe aggiunto a loro.

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Comprendendo di essere stata beffata, la ragazza ha chiesto di essere accompagnata subito a casa. Si è poi recata al piano superiore per andare al bagno e, uscendo dalla porta, ha trovato uno dei ragazzi ad attenderla, convincendola ad andare in camera da letto.

Fra i due c’è poi stato un rapporto consensuale, ma poi l’incubo: il ragazzo in questione ha chiamato gli altri amici ed il cugino che hanno abusato in branco della ragazza.

“Gridavo disperatamente”

La vittima ha deciso di denunciare l’accaduto, raccontando di essere stata costretta a subire “ripetuti atti sessuali”.  “Il ragazzo ha chiamato gli amici”, racconta “Lui mi ha bloccato. Non riuscivo a divincolarmi dalla presa” e ha terminato “Ho iniziato a gridare a squarciagola disperatamente perdendo anche la voce”. 

Alla fine la vittima, in un evidente stato di shock, è stata riaccompagnata a casa. Il giorno dopo ha deciso di denunciare le terribili violenze anche grazie al sostegno da parte di un’amica. Anche la famiglia l’ha sostenuta, ma non all’inizio.

“Quelli sono bravi ragazzi mia figlia era ubriaca”

“Mia figlia vi ha raccontato dei fatti non veri, era ubriaca e quindi non era in grado di capire ciò che stava accadendo”: incredibile ma vero, sono queste le parole riferite dal padre ai carabinieri di Campobello di Mazara, nel Trapanese.

Dopo un po’ di ore, sembra il padre abbia fatto retro front: “Se lei ritira la denuncia gli altri potrebbero rivoltarsi contro di lei e denunciarla per calunnia” ha detto. Non proprio un segno di pentimento, dunque.

L’arresto

Alla fine, dopo due mesi di sofferenze, gli aggressori della ragazza sono stati arrestati: due sono in carcere e due ai domiciliari. Hanno tutti un’età compresa fra i 20 e i 24 anni.Br

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