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Razzo cinese, in allerta anche 10 regioni italiane. La Protezione Civile: “Meglio stare al chiuso”

Ci sono anche dieci regioni italiane tra le possibili destinazioni della caduta di frammenti del razzo spaziale cinese ‘Lunga marcia 5B’.

L’allerta diramata ieri dalla Protezione Civile riguarda infatti anche Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna, che si trovano nella zona del possibile impatto.

Si tratta in realtà di un’area del pianeta molto ampia, compresa tra il 41esimo parallelo nord e il 41esimo sud: la maggior parte della fascia interessata è ricoperta dalle acque, ma viene inclusa anche tutta l’Africa, una buona fetta delle Americhe, l’intero Indo-Pacifico e all’incirca tutta l’Australia, oltre alle regioni italiane precedentemente menzionate.

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Il rientro del razzo cinese – il più potente mai realizzato da Pechino con un’altezza di 60 metri e un peso di 156 tonnellate – è previsto per le ore 2.24 del 9 maggio, con una finestra temporale di incertezza di circa 6 ore, come riporta anche il quotidiano “La Repubblica”.

Evitare luoghi aperti e stare lontani dalle finestre

Al momento è impossibile stabilire la zona esatta dell’impatto e anche l’effettiva pericolosità, come sottolinea la Protezione Civile: nelle ultime ore che precedono il rientro incontrollato dovrebbe diventare tutto più chiaro.

Il tavolo tecnico, che ha visto la partecipazione dell’Agenzia Spaziale Italiana oltre al Ministero dell’Interno, alla Difesa e agli Esteri, ha permesso di avere a disposizione una serie di informazioni per spiegare alla popolazione come comportarsi nelle ore a rischio.

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“E’ poco probabile che i frammenti causino il crollo di edifici, che pertanto sono da considerarsi più sicuri rispetto ai luoghi aperti”, fa sapere la Protezione Civile. Inoltre, anche rimanendo in casa, il consiglio è di stare lontani da porte vetrate e finestre. In più, la Protezione Civile ritiene più sicuri i piani bassi, dato che i frammenti potrebbero lesionare i tetti degli edifici, arrecando danno ai solai sottostanti.

Roberto Naccarella

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