Facebook oscura pagina pro Israele: il fondatore accusa gli estremisti islamici ma tante cose non tornano

Facebook ha bannato una pagina pro Israele con 75 milioni di Follower. Secondo il fondatore un gruppo di radicali musulmani, che incitano all’odio, avrebbero preso possesso della pagina.

I radicali musulmani di cui non c’è evidenza

La pagina Facebook “Jerusalem Prayer Team” (letteralmente Il team di preghiera di Gerusalemme) 75 milioni di iscritti, è stato oscurata da Facebook, che ha indicato come i motivi della chiusura “Spam e comportamento scorretto”.

Il fondatore della pagina, Mike Evans, ha accusato dei sabotatori, dei troll di aver causato questo risultato. Secondo lui, iscritti fasulli avrebbero commentato i post (parla di “un milione di commenti”) e poi avrebbero segnalato i loro commenti come spam.

Intervistato dal Network cristiano Christian Broadcasting Network, il fondatore ha rincarato la dose, indicando anche i colpevoli: “Un tentativo organizzato da parte di organizzazioni islamiche radicali di raggiungere questo obiettivo. Hanno pubblicato oltre un milione di commenti sul nostro sito e poi le persone hanno contattato Facebook dicendo che non hanno mai pubblicato sul sito. È stata una truffa completa e una frode. È stato un piano molto intelligente e ingannevole dei radicali islamici”.

Tra i commenti ci sarebbero stati post antisemiti e invocazioni di Adolph Hitler.

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Quando i complottisti ordiscono complotti

Una teoria complessa e ben articolata che però non è stata dimostrata.

L’amministrazione del social motiva la sua azione con la policy del social: “Queste pagine sono state eliminate dal nostro sistema perché non conformi alle norme. Purtroppo, al momento non possiamo esaminare gli appelli a causa della carenza di revisori causata dall’epidemia di Coronavirus”.

La risposta standard del social però ha fatto infuriare Mike Evans (frattanto grande sostenitore di Trump, come possiamo vedere dalla foto a corredo del pezzo) che accusa l’algoritmo del social di bias cognitivi a svantaggio di pagine che difendono posizioni conservatrici: “È, a mio parere, il cyber-terrorismo basato sul razzismo. Ho contattato amici senatori, come Lindsey Graham e Ted Cruz, il mio caro amico, l’ex Segretario di Stato Mike Pompeo, Jared Kushner e dozzine di altri leader politici per aiutarmi con questo piano fraudolento per danneggiare il nostro buon lavoro”.

Benché il leader denunci un complotto, è un’altra l’unica evidenza di un qualche comportamento illecito: molti utenti hanno infatti dichiarato di non aver mai messo like alla pagina, che ingloberebbe ‘adepti’ inconsapevoli (ed in tal senso vi incorporiamo in coda un post che denuncia proprio questo fatto, accusando direttamente Facebook – finito di fatto sotto il fuoco incrociato delle parti).

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