Letta e la dote ai diciottenni: in cosa consiste la proposta del segretario del Pd

Per sostentare i giovani e aiutarli a costruirsi un futuro il segretario del Partito Democratico Enrico Letta propone la dote ai 18enni.

L’arrivo della pandemia ha spostato il focus sulla crisi sanitaria e sulla crisi economica generale che ne è stata una conseguenza. Già prima dello scoppio della pandemia, tuttavia, la situazione lavorativa degli italiani e in special modo dei più giovani non era delle più rosee. Negli anni di governo Cinque Stelle, l’unico passo fatto in tal senso è stata l’introduzione del Reddito di Cittadinanza, una misura di sostentamento che doveva essere integrata ad un sistema di inserimento nel mondo del lavoro che però non è mai del tutto partito.

Appare chiaro, oggi più che mai, che la ripartenza dell’Italia in campo economico e lavorativo debba partire dagli investimenti e da leggi che favoriscano l’inserimento nel mondo lavorativo dei più giovani. La mancanza diffusa di posti di lavoro comporta anche un calo delle natalità, visto che l’incertezza di poter mantenere una famiglia porta i più giovani a ritardare la formazione della stessa.

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La proposta di Letta per aiutare i più giovani

Oggi Enrico Letta, segretario del Pd, ha parlato su Twitter della sua proposta finalizzata ad aiutare i giovani a trovare un percorso lavorativo senza doversi preoccupare di ottenere mutui o prestiti che non si possono permettere. Se nei casi fortunati, infatti, ci sono genitori pronti a sostenere gli studi e aiutare i figli nella ricerca di una casa, in molti altri i giovani si trovano immersi tra la difficoltà di trovare lavoro stabile e quella di ottenere un prestito dalle banche. Nel caso in cui lo ottengano, inoltre, l’instabilità lavorativa li potrebbe portare a contrarre un debito difficile da estinguere.

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Al fine di evitare tutto questo, Letta ha proposto una dote per i 18enni. Lui stesso spiega brevemente come dovrebbe funzionare in un tweet in cui si legge: “lancio proposta di #dote per i #diciottenni. Per la generazione più in crisi un aiuto concreto per studi, lavoro, casa. Per essere seri va finanziata non a debito (lo ripagherebbero loro) ma chiedendo all’1% più ricco del paese di pagarla con la tassa di successione”.

 

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