80 foto di liceali censurate: abbigliamento inadeguato o bigottismo?

Alla Bartram Trail High School c’è un senso del pudore tanto alto da calpestare qualsiasi diritto individuale, fosse anche quello di mettersi un top. 80 studentesse della scuola in questione, in Florida, hanno trovato nell’annuario le loro foto modificate, anche se sarebbe meglio dire censurate. Monta la rabbia delle studentesse e dei genitori che pretendono delle scuse.

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Il sottile limite tra pudore e bigottismo

Ben Ryan, reporter di Action News Jax, notizia confermata poi dal distretto scolastico di St. Johns County, ha comunicato che 80 foto di altrettante ragazze sono state modificate digitalmente, senza l’autorizzazione delle ragazze o dei genitori delle ragazze.

Il reporter ha chiesto spiegazioni, a nome di tutti i genitori alterati, ma la preside della struttura, che ha deciso l’operazione di editing, si dichiara non disponibile per qualunque commento.

Dal dipartimento scolastico però si difende la bontà della decisione: l’abbigliamento delle ragazze sarebbe stato inappropriato e contrario al codice scolastico. La scelta di modificare le foto poi sarebbe tutt’altro che sessista, dato che a prenderla è stata una docente donna.

Eppure la linea di difesa non piace alle studentesse, soprattutto quelle dell’ultimo anno, che, a gran voce, chiedono dei cambiamenti necessari. Secondo la studentessa Riley O’Keefe ci sarebbero due criteri di giudizio per uomini e donne: “Il metro di giudizio è ingiusto. È come se guardando l’annuario loro vedessero il nostro corpo solo come un pezzo di carne che esprime sesso, mentre i ragazzi, che posano per le foto di squadra di nuoto o di altri sport, possono mostrare il loro corpo senza problemi. Questo è davvero assurdo.”

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La battaglia per un cambio di prospettiva

Quasi tutte le studentesse confermano queste parole. I termini più usati per descrivere i loro sentimenti sono “imbarazzata”, “vergognata”, “sessualizzata”.

Le studentesse pretendono dei cambiamenti, a prescindere da chi abbia preso la decisione. Non importa infatti se l’idea sia stata di un uomo o di una donna, ma nel modo che ha questa persona di concepire il corpo femminile.

È una battaglia di prospettive, più che di genere. Per alcuni genitori il codice d’abbigliamento deve essere rispettato, sarebbe un modo “per sopperire la mancanza di educazione dei genitori”, per altri, di cui la studentessa Riley O’Keefe si fa portavoce, invece bisogna educare alla naturalezza del corpo: “Il codice di abbigliamento e la sessualizzazione del corpo delle giovani donne è una cosa che accade da molto tempo. Tutti i messaggi che ho ricevuto sono messaggi di gratitudine per aver detto ciò che meritava di essere detto e lo rifarei un milione di volte”.

 

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