Il Referendum che fece dell’Italia una Repubblica: un Paese spaccato in due, diviso da 2 milioni di voti

Dal 1946 l’Italia è ufficialmente una Repubblica, questo status in cui ci troviamo da allora è stato dichiarato grazie al primo Referendum a suffragio universale, ovvero dove hanno potuto votare anche le donne, tenutosi il 2 giugno 1946.

L’Italia da poco più di un anno era uscita sconfitta dalla Seconda Guerra Mondiale, il 9 maggio 1946 il re Vittorio Emanuele III aveva abdicato in favore del figlio Umberto, che già nel 1944 era stato nominato come Luogotenente.

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Le decisioni del Re però non avevano convinto del tutto i partiti che avevano aderito al CNL, ovvero il Comitato di Liberazione Nazionale, che le reputarono troppo tardive. A questo punto si ripristinarono tutte quelle organizzazioni che erano state abolite dalle leggi fascistissime, come ad esempio i sindacati socialisti e cattolici, i partiti al di fuori del fascismo, venne ripristinata la libertà di stampa e le associazioni culturali tornarono in vita.

Il Referendum che venne indetto il 2 giugno 1946 per decidere quale forma giuridica dare al Paese, ovvero se mantenere la Monarchia oppure trasformare l’Italia in una Repubblica, ebbe un’altissima affluenza. Parteciparono al voto quasi 25 milioni di elettori sui 28 milioni di aventi diritto, ovvero l’89,08%.

Al momento dello scrutinio dei voti quelli validi furono 23.437.143, tra questi voti 12.718.641 furono a favore della Repubblica e 10.718.502 a favore della Monarchia.

L’Italia divisa in due blocchi. Al Nord vinse la Repubblica, al Sud trionfò la Monarchia

Un divario di appena due milioni di voti, però occorre anche considerare il fatto che Bolzano e la Venezia Giulia non votarono, infatti queste due zone si trovavano ancora sotto giurisdizione alleata.

I risultati nelle varie Regioni italiane dimostrano come ci siano due blocchi divisi tra Nord e Sud, infatti al Nord vinse la Repubblica, soprattutto nella Lombardia ci fu un distacco di un milione di voti; mentre al Sud trionfò la Monarchia dove ad esempio in Campania ci fu un divario di quasi un milione di voti.

Questo ovviamente fece storcere il naso a non poche persone che colsero la palla al balzo per lanciare accuse di brogli elettorali, ma anche avviare ricorsi e reclami, e non da ultimo polemiche a mezzo stampa. Ma ormai il popolo italiano si era espresso e il 18 giugno 1946 la Corte di Cassazione si pronunciò in merito e proclamò ufficialmente la nascita della Repubblica italiana.

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