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Quelle morti sospette dopo il vaccino contro il covid: i numeri che c’è da sapere

La morte di Camilla Canepa, a solo 18 anni, ha fatto riemergere, se mai si era sopita, la preoccupazione per i possibili effetti collaterali del vaccino. L’Italia, sebbene sia il secondo paese per vaccinazioni in Europa, è anche il paese degli scettici e delle polarizzazioni delle opinioni. Ma quanti, tra i casi avversi segnalati, sono ascrivibili al vaccino anti Covid-19 e quanti morti ha in effetti causato la campagna di vaccinazione?

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Perché non c’è da aver paura del vaccino

La tragedia di Camilla Canepa, trombosi fulminante dopo l’inoculazione della prima dose si AstraZeneca, non può prescindere da un’anamnesi più accurata: la ragazza era affetta da piastrinopenia autoimmune familiare, ovvero da una cronaca presenza di piastrine nel sangue.

Le nuove normative hanno vietato l’utilizzo di AstraZeneca agli under 60, anche fosse il richiamo, eppure l’incidenza tra vaccino ed effetti collaterali si attesta in percentuale bassissima. L’Aifa ha dichiarato che tra tutte le segnalazioni di morte conseguente l’inoculazione del vaccino, entro il 26 maggio erano 328, solo 4 potrebbero essere correlate con l’antidoto.

In 324 occorrenze infatti ci sono state patologie, già precedentemente diagnosticate, che in maniera autonoma avrebbero potuto causare il decesso dell’individuo, secondo un algoritmo messo appunto dall’ OMS.

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Inoltre su 66.258 segnalazioni di eventi avversi, per un totale di 32.429.611 dosi, ovvero per 204 segnalazioni di sintomi post vaccino ogni 100.000 dosi, il 90% sono riferiti ad eventi lievi, come febbre, dolori muscolari, stanchezza, e dolore nel luogo della somministrazione.

Il caso AstraZeneca

Nonostante il divieto, nonostante la campagna mediatica, aggressiva per non dire denigratoria che ha colpito AstraZeneca, adesso Vaxzevria (se questo è un caso), sempre secondo l’indagine, condotta dall’Aifa, a suscitare il maggior numero di reazioni avverse sarebbe il vaccino Pfizer-BioNTech.

Il vaccino Pfizer, il più utilizzato e il più agognato, ha un’incidenza di reazioni avverse pari al 71,8%, mentre Vaxzevria solo 24%. Per quanto riguarda Moderna il 3,9% su un utilizzo minimo, e Janssen allo 0,3% con un utilizzo davvero marginale.

C’è da chiedersi allora perché AstraZeneca sia stato divulgato in maniera così tendenziosa.

Federica Giunta

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