Paese che vai, rave che trovi: a pochi km da importanti focolai, le feste illegali

Nel giro di 48 ore sono stati segnalati dei rave party con partecipanti centinaia di partecipanti senza maschere in zone molto colpite dalla pandemia.

Ieri, ad ora di pranzo, siamo rimasti un po’ tutti perplessi dall’apprendere che a Maleo, paesino del lodigiano non distante da Codogno (zona simbolo della pandemia in Italia in cui sono stati trovati casi di variante Delta), circa 700 giovani provenienti da ogni parte del nord Italia si erano riuniti in una cava per partecipare ad un rave party. La festa illegale, contraria a qualsiasi regola riguardante il contenimento del Covid-19, è stata organizzata attraverso un tam tam sui social.

I giovani partecipanti erano perfettamente organizzati, tra chi portava impianti per la diffusione della musica e chi riforniva la zona di luci e alcolici per la festa. Secondo quanto emerso dalla stampa locale, nessuno dei partecipanti indossava mascherine e nessuno rispettava le distanze di sicurezza. Quando le forze dell’ordine, insieme al sindaco, si sono approcciate ai festaioli per fare sgomberare l’area, questi hanno risposto che non se ne sarebbero andati poiché erano apertamente contrari alle regole anti-covid.

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Rave party al centro di Leeds, uno dei più importanti focolai d’Inghilterra

L’idea del Rave party sarà probabilmente venuta dopo aver saputo di quanto era successo il giorno precedente a Leeds, in Inghilterra. La città britannica è una delle maggiormente colpite da questa nuova ondata di contagi legati alla variante delta, ciò nonostante sabato sera centinaia di studenti universitari hanno deciso di festeggiare la chiusura dell’anno accademico con un rave per le strade della città.

A quanto pare il festino illegale è iniziato alle 17 di sabato ed è continuato sino alle 6 del mattino successivo. I residenti della zona di Hyde Park, zona universitaria in cui si è tenuto il rave, hanno dichiarato che gli universitari avevano portato la strumentazione per fare un vero e proprio dj set. Si pensa che abbiano partecipato al festino circa 300 persone.

Intervistata dal ‘Guardian‘ una delle studentesse che ha partecipato al rave ha dichiarato: “Siamo consapevoli di quali case sono state colpite (in riferimento ai dormitori in cui si sono sviluppati i cluster) e li abbiamo evitati accuratamente ma non possiamo permettere che governino le nostre vite. Siamo sensibili al problema, ma siamo ancora studenti”. Un altro aggiunge: “La gente sta seguendo le regole stabilite per tutti, ma qui si sta diffondendo come prima perché quasi nessuno è stato vaccinato”.

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