“Vivo per miracolo. Grattavo il muro e simulavo fosse cocaina”: le confessioni dell’inventore di Guru

All’inizio del nuovo millennio divenne uno degli imprenditori più famosi d’Italia grazie alla marca di magliette “Guru”. 

Ma gestire un impero economico, cresciuto così rapidamente, alla sola età di 22 anni è davvero molto difficile, specialmente se nella mente albergano traumi del passato mai risolti.

E’ lo stesso Matteo Cambi a raccontarsi sulle pagine di Libero Quotidiano e a spiegare quando sia stato difficile uscire dal tunnel della droga, anche a causa del dolore provato a soli sei anni per la morte del suo papà, avvenuta in un terribile incidente stradale.

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La “Guru”, come spiega lo stesso Cambi, iniziò ad avere un successo dilagante dopo un primo periodo non esaltante, arrivando poi a fatturare cento milioni di euro all’anno. Ma la popolarità e la voglia di apparire travolsero il giovane imprenditore e lo fecero precipitare in un vortice, dove la cocaina assumeva il ruolo di grande protagonista.

“Avevo relazioni per apparire, ma non chiamatele false”

“La cocaina gestiva le mie emozioni – racconta Cambi – I miei alti e i miei bassi. Mi facevo dieci pezzi al giorno e quando ero in astinenza, grattavo il muro con la bibbia. Simulavo che il bianco della parete fosse bamba. Sono vivo per miracolo”.

Nell’intervista l’imprenditore si sofferma anche sulle sue relazioni, spesso intraprese solo per poter apparire sui giornali. Ma non vuole sentir parlare di rapporti fasulli.

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“Erano relazioni che nascevano da un sentimento vero che però io trasformavo, ed usavo, per avere visibilità – spiega Cambi – Da Arianna Marchetti a Fernanda Lessa per passare da Stefania Orlando erano tutte storie vere ma io le usavo, chiamando anche i fotografi, per finire sui rotocalchi dei giornali di gossip”.

Matteo Cambi ha dovuto affrontare anche l’umiliazione del carcere, ma ora è un uomo completamente ristabilito, anche grazie ad un percorso di disintossicazione.

 

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