“Lo ius soli riguarda tutti, non solo gli sportivi”: la presa di posizione “olimpica” (ma non è di Jacobs)

Nessuno, se non chi è un vero appassionato di atletica, sapeva chi fosse Marcell Jacobs prima del 1° agosto, giornata della sua storica vittoria a Tokyo nei 100 metri maschili, la gara regina delle Olimpiadi. Da quel giorno, sull’atleta naturalizzato italiano (dettaglio non da poco), è ricaduta una nemmeno così tanta inaspettata visibilità; un bene sì, se non fosse per il fatto che questa ha prestato poi il fianco nei giorni successivi ad una serie di polemiche sulla sua persona e, soprattutto, sulle sue non idee.

Ma Jacobs, ha velocemente scansato tutte le discussioni, evitando di diventare un paladino strumentalizzato tanto dalla destra, quanto dalla sinistra, a lui interessa solo correre, come è giusto che sia, non diventare il fulcro di reiterati dibatti politici, volti a perorare una causa a discapito di un’altra. Ma lo ius soli, rimane comunque un tema importante, su cui vale la pena dibattere, seriamente però. Così come ha fatto Daisy Osakue, discobola e pesista della nazionale azzurra, in un’intervista rilasciata a La Stampa, in cui si mostra favorevole allo ius soli, ma che non sia soltanto sportivo però, come proposto invece dal presidente del CONI Giovanni Malagò.

Daisy Osakue

La tortuosa strada per la cittadinanza

“Innanzitutto credo che si debba affrontare la questione dello Ius soli da una prospettiva generale e non solo sotto l’aspetto sportivo, perché altrimenti si sminuisce il problema” ha rimarcato la Osakue. E su Jacobs, invece, dice: “Marcell ha preso la sua posizione e non lo giudico né positivamente né negativamente. È un uomo che in questo momento dovrebbe festeggiare le sue due medaglie olimpiche storiche, non lasciarsi coinvolgere in queste faccende. I giornalisti dovevano aspettare e non bombardarlo con domande così delicate, quando lui pensava soltanto a quando avrebbe riabbracciato la sua famiglia. Può essere criticato, ma secondo me è stato onesto e non ha strumentalizzato le sue vittorie”.

Insomma, tutti volevano salite sul carro dei vincitori, senza considerare tuttavia che a Jacobs nemmeno lo riguarda lo ius soli, perché sua mamma è italiana, a differenza di Daisy Osakue, che ha invece sperimentato in prima persona tutto l’iter che c’è dietro al raggiungimento della cittadinanza italiana: “Ho avuto la mia cittadinanza come tanti altri ragazzi, aspettando il compimento del 18° anno di età, come farà anche mia sorella tra un mesetto e come farà anche mio fratello più piccolo: lei fa skeleton, lui gioca a calcio nelle giovanili della Juve e anche loro potrebbero alzare la voce sul tema”, ma loro non sono campioni olimpici.

Impostazioni privacy