Gianmarco Pozzi, intervista al testimone chiave: “L’unica verità è questa”

Fra le ultime novità emerge la testimonianza di un conoscente di Gianmarco, il penultimo a vederlo prima di essere trovato senza vita lo scorso agosto 2020 a Ponza. E le sue dichiarazioni potrebbero ribaltare il caso in quanto smentiscono, di fatto, tutte le altre testimonianze. La nostra intervista

Da mesi seguiamo il caso di Gianmarco Pozzi, il giovane pugile trovato senza vita lo scorso agosto 2020 a Ponza all’interno dell’intercapedine di una casa.

Troppe le incongruenze nel caso, inizialmente archiviato come una caduta accidentale o un suicidio. Ma per la famiglia, e non solo, si tratta di omicidio.

Abbiamo riassunto la tragedia di Gianmarco in vari articoli che vi linkiamo qui sotto per esaustività, nei quali si tenta di far luce su quelle che sono state le incongruenze e gli errori in quello che possiamo definire un vero e proprio giallo, posto all’attenzione dell’opinione pubblica nazionale grazie e soprattutto ai servizi di Giulio Golia de Le Iene.

LEGGI ANCHE => Continua il giallo su Gianmarco Pozzi: la ricostruzione degli ultimi istanti di vita

LEGGI ANCHE => Gianmarco Pozzi, continua il giallo sulla morte: la tragedia nell’inchiesta de Le Iene

A distanza di 13 mesi dalla tragedia emerge la testimonianza di un amico di Gianmarco con cui ha condiviso gli ultimi giorni della sua vita, e più in generale il suo soggiorno a Ponza. Questo testimone lavorava sull’isola esattamente come Gianmarco, ed è lì che si sono conosciuti passando tutta l’estate insieme.

Dichiarazioni forti quelle rilasciate da questo testimone (la cui identità sarà tenuta nascosta per privacy) che smentiscono, di fatto, tutto quello che fino ad oggi è stato detto su Gianmarco e, in particolare, le descrizioni fatte dai coinquilini con cui viveva a Ponza.

LEGGI ANCHE => Giallo di Gianmarco Pozzi, spuntano due testimonianze inedite su debiti e giri di droga sull’isola

L’uomo lavorava presso una pasticceria dell’isola nella quale Gianmarco era solito recarsi. Da lì è nata un’amicizia, basata anche su interessi comuni quali lo sport, che ha portato i due ragazzi a passare del tempo insieme nei momenti liberi dal lavoro. Qualcuno quindi che Gianmarco lo ha visto in molte occasioni.

LEGGI ANCHE => Gianmarco Pozzi, spuntano novità clamorose sul caso

Il testimone che abbiamo intervistato si è detto incredulo rispetto a quanto dichiarato sul conto di Gianmarco, non capacitandosi dell’assurdità, a suo dire, di alcune dichiarazioni fatte sul conto del campione di kick boxing.

LEGGI ANCHE => Caso Pozzi, la fiaccolata a un anno dalla morte e l’aggressione a Ponza di un giornalista

Dopo le dichiarazioni rilasciate sulla Rai a ‘Storie Italiane’ lo abbiamo intervistato.

Nel frattempo, oltre alla testimonianza dell’uomo, emergono importanti novità sul cellulare:

LEGGI ANCHE => Caso di Gianmarco Pozzi, il mistero del telefono e quelle “testimonianze incongruenti”

Gli ultimi giorni di Gianmarco Pozzi: intervista al testimone che potrebbe ribaltare il caso

D. Prima di addentrarci con altre domande partiamo dal principio. Come vi siete conosciuti tu e Gianmarco?

R. Io con Gianmarco sono stato dal principio. Ci siamo conosciuti che lui veniva sempre in pasticceria. Fra una chiacchiera e l’altra abbiamo scoperto che entrambi pratichiamo uno sport simile (kick boxing e muay thai) e parlando di questo è nata un’amicizia.

Una sera ci incontravamo da una parte, una sera dall’altra… Andavamo spesso a mangiare insieme la pizza giù al forno a Santa Maria (un posto del luogo, ndr)

D. Si è parlato, a seguito del decesso, di presunte attività di spaccio da parte di Gianmarco. Tu che eri sull’isola e che lo hai visto spesso, confermi o smentisci che fosse impegnato attivamente in questa cosa? E se sì, ritieni che le attività di spaccio siano legate alla sua morte, qualora tu ti senta di rispondere?

R. Quello che vi posso dire io che Gianmarco, garantito, sicuro, per certo, e posso metterci la mano sul fuoco, che non vendeva.

Non era uno spacciatore. Ne potrà aver fatto uso qualche volta (riferito alla cocaina, ndr) ma non era uno spacciatore. A spacciare erano altre persone.

D. Quindi nell’ultimo periodo siete stati spesso a contatto, da quello che ci racconti. Stando alle testimonianze rilasciate dai coinquilini, Gianmarco Pozzi nei giorni prima del decesso è stato descritto come agitato, fuori di sé e inappetente. Molto strano se si pensa al fatto che ogni sera doveva controllare l’entrata e l’uscita di migliaia di persone nel locale, un lavoro che richiede una soglia molto alta di attenzione. Cosa ci puoi dire a riguardo? Com’era, secondo te, Gianmarco nei giorni prima di morire?

Gianmarco è sempre stato un ragazzo umile, bravo, serio e sistemato. Poi, se fosse stato come dicono i suoi coinquilini, non poteva fare ordine pubblico, perché per il lavoro che faceva Gianmarco non sarebbe potuto stare in mezzo alla gente se era davvero in quello stato.

Gianmarco fino all’ultimo giorno di vita è sempre stato lucido e sistemato. Figuratevi che il giorno prima che succedesse l’incidente mi chiamò a me verso le dieci e mezza di sera, e ho ancora la conversazione, mi chiamò per chiedermi quattro cannoli che gli portai io stesso di persona. Gianmarco era lucidissimo, ma era lucidissimo veramente.

Non stava male, stava veramente lucido. Abbiamo parlato ma anche ragionato. Per quanto riguarda quello che dicono le altre persone […] mi è stato detto dalla madre che Gianmarco era uno che spendeva, che era pieno di soldi. Non è vero niente.

E’ sempre stato umile e quelli che aveva erano quelli che si lavorava, erano pochi. Questo è tutto. Quello che hanno detto su di lui sono tutte stro*****. E io sto dicendo la verità.
Era un ragazzo umile, bravo, fino all’ultimo giorno di vita è sempre stato lucido.
Non aveva neanche sempre i soldi in tasca come è stato detto, né ho mai visto che dava segni di squilibrio. E’ sempre stata una persona sana.

Ci tengo a ribadire che io non ho motivi personali per difendere quel ragazzo. E’ nata un’amicizia così ma non ci guadagnerei niente (nel dire una cosa piuttosto che un’altra ndr). Io sto dicendo solo la verità.

Potete chiedere anche a quella del forno (quello dove andavano a mangiare la pizza ndr) quante volte siamo andati a mangiare la pizza e poi ognuno a casa sua. Questo era Gianmarco. Non era vero che vendeva perché per l’amicizia che si era stretta me lo avrebbe detto se vendeva.

Lui stava alla porta, il posto proprio dove c’è il caos più totale (riferito al locale Blue Moon, ndr). Se non era lucido non avrebbe potuto stare là. Gianmarco non stava in mezzo a niente, e questo è garantito proprio, sicuro.

 

 

Impostazioni privacy