Da Palermo a San Pietroburgo in treno? Il piano dei Verdi per combattere la crisi climatica

La terra non può più attendere, la cosiddetta transizione ecologica deve subire, necessariamente, un’accelerata. Ieri tutti i maggiori quotidiani italiani hanno dedicato un ampio spazio al clima e all’emergenza climatica, nonostante non ci fossero stati disastri ambientali o catastrofiche calamità naturali. Insomma, la salvaguardia dell’ambiente, oltre che punto fermo dell’agenda politica, è divenuto tema di dibattito ed informazione a prescindere dalla cronaca.

Il centro euromediterraneo sui cambiamenti climatici, sempre ieri, infatti, ha diffuso un preoccupante rapporto sull’aumento della temperatura che spiega quali conseguenze avranno le città italiane se questo temuto aumento di due gradi centigradi, fino a fine secolo, dovesse avvenire. Anche il presidente del consiglio Mario Draghi è intervenuto all’interno di una commissione sul cambiamento climatico dell’Onu, sottolineando che: “Questa è un’emergenza tanto quanto la pandemia e non dobbiamo ridurre la nostra determinazione ad affrontare i cambiamenti climatici.” Ed i verdi questo lo sanno benissimo.

In vista delle elezioni imminenti, il partito tedesco dei Verdi ha presentato, infatti, un piano per l’ampliamento dei servizi ferroviari notturni in tutta Europa, riducendo, così, il numero di voli a corto raggio sul suolo europeo. La nuova rete di treni notturni collegherebbe le principali città europee e le regioni turistiche che attualmente sono destinazioni molto in voga tra i voli interni all’Europa.

Da Palermo a San Pietroburgo in treno?

Anche le isole del Mar Mediterraneo, come Maiorca, in futuro potrebbero essere comodamente raggiunte in treno e traghetto, ha spiegato il Partito dei Verdi. Anche il ministero federale dei trasporti ha presentato quest’anno un progetto per il potenziamento del traffico ferroviario europeo. “Ma il numero di connessioni disponibili per ora è limitato”, scrive Jurik Caspar Iser su Zeit Online, giornale tedesco.

Secondo un sondaggio commissionato dalla ONG Germanwatch, il 69% degli intervistati in Germania, Polonia, Francia, Spagna e Paesi Bassi ha affermato che utilizzerebbe i servizi ferroviari notturni. Ma la lenta modernizzazione del sistema ferroviario e la concorrenza con il trasporto merci fanno sì che i treni notturni in particolare siano spesso più lenti degli equivalenti treni diurni. Inoltre, i collegamenti ferroviari notturni non sono finanziariamente sostenibili per le compagnie ferroviarie a causa delle elevate tariffe ferroviarie che devono pagare. Eppure, la potenza di questi collegamenti potrebbe unire città distanti, come Palermo e San Pietroburgo, in un’unica rotta che attraverserebbe tutta l’Europa, inquinando di meno. Malgrado l’imponente progetto c’è da dire, e questo è importante sottolinearlo, che il sistema ferroviario sull’isola è uno dei più lenti e datati, presentando un solo binario per la tratta più trafficata della Sicilia, ovvero Palermo – Catania.

Il punto politico in Germania

Il divieto dei voli economici a breve distanza ed alternative valide per ridurre le emissioni nel settore dei trasporti, sono solo alcuni dei temi più dibattuti in Germania prima delle elezioni del 26 settembre. Il mondo sta complessivamente mancando gli obiettivi di riduzione delle emissioni, concordati nell’ultimo grande ed importante accordo internazionale sul clima di Parigi. I paesi occidentali ed industrializzati stanno riuscendo a tagliare le loro emissioni, ma non sempre quanto avrebbero dovuto. E anche se la diminuzione procede in maniera più o meno serrata, l’aumento, d’altro canto, nei paesi in via di sviluppo prosegue indisturbato, contribuendo a far saltare gli obiettivi prefissati.

Anche se questi paesi hanno avuto uno repentino sviluppo, inquinando a tutto spiano per almeno un paio di secoli, chiedere oggi di rallentare la loro crescita economica, spendendo più soldi affinché il loro sviluppo sia sostenibile, sarebbe piuttosto ipocrita.  Tuttavia, non è solo colpa loro. Gli accordi come quello di Parigi prevedevano che in cambio di un calo delle emissioni da parte di paesi come Cina, Russia, India e Brasile, i paesi sviluppati avrebbero dato un corrispettivo in denaro; il problema è che i soldi non sono arrivati nelle quantità promesse. Dei cento miliardi di dollari previsti entro il 2020, ne sono stati versati meno di ottanta.

Eppure, l’ignavia dei governi sul clima passa spesso dall’ignavia delle persone sul clima: molte persone pensano che gestire la crisi climatica sia una priorità, il problema è che poi è contraria a dare più soldi al trasporto pubblico o alla produzione di cibo in modo più sostenibile, non appoggiando programmi politici che prevedano la risoluzione, efficace o meno è un aspetto che ha bisogno di tanti anni per decretarlo, del problema ambientale.

I verdi dopo le alluvioni che hanno causato la morte di 180 persone questa estate nel sud della Germania, infatti, non hanno avuto nessuna crescita del loro consenso elettorale, nonostante il CDU, il partito di orientamento democratico-cristiano della cancelliera Angela Merkel, stia attraversando un momento di crisi a causa del suo candidato Armin Laschet, primo ministro della Renania Settentrionale-Vestfalia. Per ora si è rivelata una scelta catastrofica: in campagna elettorale Laschet si è fatto notare soprattutto per una risata fuori luogo durante una cerimonia per ricordare i morti nelle alluvioni e per la lentezza con cui il suo stato ha distribuito gli aiuti dopo il disastro.

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