E’ scoppiato un vero e proprio inferno ieri sera a Ravanusa, cittadina di quasi 12.000 abitanti in provincia di Agrigento. “E’ successa una catastrofe. Abbiamo bisogno di autobotti e mezzi meccanici, chiunque abbia mezzi venga a dare una mano”, ha dichiarato il sindaco del paese, Carmelo D’Angelo a seguito dell’esplosione.
Ma ripartiamo dall’inizio. Verso le 21:00 di ieri sera un boato fortissimo ha scosso tutti gli abitanti di Ravanusa: una considerevole perdita di gas nella rete di metano ha causato un’esplosione che ha provocato il crollo di sette palazzine tra le vie della Pace, Galilei, Trilussa e Nuoro, per un’area di diecimila metri quadrati, investita da una deflagrazione fortissima.
Questo intero blocco di abitazioni sarebbe stato pesantemente danneggiato dalla detonazione che si ipotizza essere stata innescata dall’ascensore di una delle abitazioni, ma al momento i vigili del fuoco, accorsi sul posto, non si sentono di escludere nessuna ipotesi.
Il danno è talmente elevate e grave da non essere ancora del tutto chiara, infatti, l’origine dell’esplosione, malgrado la più probabile resti proprio una fuga di gas del metanodotto cittadino. Salvatore Cocina, direttore della protezione Civile regionale, ha descritto i danni provocati dall’esplosione: “Sicuramente c’è stata una fuoriuscita di gas che ha creato una sorta di sacca di metano espansa. – ha spiegato – La forza dell’esplosione, forse innescata dall’avvio di un ascensore, potrebbe essere stata potenziata da una stufetta a gas, ma è ancora troppo presto per dirlo”.
“Il gas si è accumulato o nel sottosuolo o in un ambiente chiuso. Ad innescare l’esplosione potrebbe essere stata anche l’attivazione dell’ascensore”- ha detto il comandante dei vigili del fuoco di Agrigento, Giuseppe Merendino, confermando la versione del direttore della protezione Civile – “Nei prossimi giorni faremo accertamenti più approfonditi – ha aggiunto – certo è che una esplosione così è un evento eccezionale”.
Tra le cause della rottura del tubo non si esclude il maltempo o uno smottamento del terreno, che da due mesi ormai si imbatte come una sciagura su tutta l’isola. Ma si faranno in seguito accertamenti sulla natura della deflagrazione, al momento, infatti, tutta l’attenzione della protezione civile e dei vigili del fuoco è concentrata sul ritrovamento dei dispersi.
Non ancora trovati tutti i dispersi
Si sta scavando incessantemente da ore per ritrovare tutti i dispersi e le vittime causate dall’esplosione; per il momento sono circa cinquanta le persone che non possono rientrare in casa.
Due anziane sono state ritrovate vive durante la notte; si tratta di Rosa Carmina, 80 anni, e Giuseppina Montana; “E’ improvvisamente andata via la luce, poi sono venuti giù il tetto e il pavimento”, ha dichiarato la donna di 80 anni all’Ansa dopo essere stata soccorsa. Si cercano ancora sei persone, fra cui una donna di 30 anni in avanzato stato di gravidanza ed il marito che, come riportato da Agrigento Notizie, erano andati a trovare i suoceri. La gran parte dei dispersi faceva parte della stessa famiglia delle due donne sopravvissute, che abitavano in piani diversi della stessa palazzina.
Il Corriere della Sera ha così ricostruito l’edificio crollato: Al primo piano viveva Rosa Carmina, trovata viva tra le macerie. Al secondo, invece, c’era la cognata: Giuseppa Montana, sopravvissuta anche lei.
Al terzo piano, secondo quanto risulta all’agenzia Ansa, erano in quattro: Angelo Carmina (disperso), la moglie Enza Zagarrio (morta), la nuora Selene Pagliarello incinta di nove mesi e il marito Giuseppe Carmina figlio della coppia, entrambi dispersi.
Al quarto piano c’erano Calogero Carmina (disperso), la moglie Liliana Minacori (deceduta) e il figlio Giuseppe Minacori (disperso).
Sale a tre il bilancio delle vittime del crollo. Liliana Minacori era un’insegnante della scuola materna; Pietro Carmina era docente di storia e filosofia al liceo classico Ugo Foscolo di Canicattì; Enza Zagarrio era la moglie con Angelo Carmina, al momento disperso.
Mentre continua la ricerca senza sosta dei dispersi, è iniziata questa mattina alle 10:30 una riunione al comune di Ravanusa, alla presenza dei vertici delle forze di polizia, del procuratore Luigi Patronaggio e del capo della Protezione civile nazionale Fabrizio Curcio, per fare il punto della situazione sulle ricerche e i soccorsi. Si discuterà anche di ordine pubblico e sicurezza, soprattutto per evitare episodi di sciacallaggio nelle sette palazzine.