“Intelligenze acute confuse come no-vax”: parla Vittorio Sgarbi

In un’ultima intervista rilasciata a ‘La Verità’, Vittorio Sgarbi ha parlato del cancro, del Covid-19 e dei suoi ultimi impegni professionali che lo vedono impegnato su più fronti, dopo essersi ripreso dalla malattia. Ha saputo quasi un anno fa infatti, il 26 dicembre, di avere il cancro, mentre era a sciare, malgrado l’anno scorso non fosse concesso causa Covid.

E proprio al suo ritorno, la sorpresa: “Tornato a casa mi sono messo a letto, sorpreso da un’improvvisa e strana depressione. Dopo dieci giorni, quando mi sono fatto visitare, mi hanno detto che avevo avuto il Covid in forma lieve. In compenso, hanno trovato i valori della prostata oltre i limiti. Era fine gennaio. Ho fatto altre visite e, tra aprile e giugno, un ciclo di radiazioni che ha debellato le macchie di cancro” – da cui ora è totalmente guarito, come confessato dal critico d’arte – “Il referto della risonanza nucleare è ottimo. Dovrò fare altre punture di ormoni, una al mese”.

Ma il tumore non ha fiaccato il suo spirito: “Nel frattempo, il 25 marzo a Madrid è stato scoperto un Ecce Homo di Caravaggio fino allora sconosciuto che, con rammarico, non ho potuto acquistare perché è stato ritirato dal governo. Mi sono rifatto trasformandolo nell’oggetto di Ecce Caravaggio, il volume pubblicato in luglio, che precede quello appena uscito, Raffaello. Un Dio mortale (entrambi da La nave di Teseo, ndr). Così, tra il Covid e il cancro, ho avuto come compagni Caravaggio e Raffaello. Quando ci fai cento spettacoli e lezioni, questi giganti diventano quasi tuoi parenti”.

Insomma, nell’arte il sindaco di Sutri è riuscito a trovare il suo conforto, superando un momento estremamente complicato, gravato oltre che dal cancro, anche dal Covid: “Ho appena inaugurato a Lucca la mostra I pittori della luce. Da Caravaggio a Paolini. Prima avevo fatto quella su Depero al Mart di Rovereto, di cui sono presidente. Sempre a Rovereto il 16 dicembre aprirà Canova tra innocenza e peccato. Poi c’è Ferrara arte”.

Ha spiegato l’ex assessore alla cultura  che i pittori della luce sono “Quelli che hanno capito che Caravaggio oltre a inventare la fotografia, cioè la rappresentazione della realtà così com’ è, ha inventato anche la luce elettrica, la luce con la quale irrora i suoi interni. Valentin de Boulogne, Gherardo delle Notti, Giovanni Serodine, Rubens”.

Eppure, malgrado le mostre, non ha perso occasione per criticare l’operato del governo rispetto alla gestione del settore culturale: “Non mi sembra, i musei e i teatri sono stati chiusi a lungo. Il governo si è dimostrato timido e impaurito. In Spagna sono rimasti sempre aperti e, considerato che, allora come oggi, nelle chiese non si richiede il green pass perché vigono protocolli rigorosi, anche nei musei si poteva fare lo stesso visto che le distanze sono naturali.” – ha continuato – ” Invece, la mia mostra su Caravaggio al Mart è rimasta chiusa, come quella su Tiepolo alle Gallerie d’Italia a Milano. La gente che è stata tanto in casa oggi torna nei musei come per una compensazione”, proponendosi anche come Ministro dei Beni Culturali.

Sgarbi contro Fedez ma esprime sostegno a Cacciari

Sulle polemiche che stanno investendo esponenti di un certo calibro come Giorgio Agamben Massimo Cacciari, protagonista inconsapevole del movimento No Green Pass, Sgarbi ha le idee molto chiare: “Io me la sono cavata con danni minori di loro. Durante i primi mesi di lockdown mi ero molto esposto contro il governo che proibiva di andare in bicicletta, di sciare, di fare il bagno e, con le precauzioni necessarie, spettacoli all’aperto”.

“Poi è arrivato il vaccino: l’ho fatto e mi curo.” – ha continuato – “Ma ritengo, con Cacciari e Agamben, che si possa puntare su un’autotutela non impositiva. Fatico a capire perché chi è vaccinato debba temere chi non lo è e portare la mascherina. Intelligenze acute sono state confuse con i No-vax da un potere che ci tratta come bambini”, insomma il critico sarebbe per una linea di condotta più morbida che non si traduca per forza in tifoserie e fazioni opposte.

E non le manda a dire nemmeno su Fedez, malgrado il suo impegno nella lotta contro il Covid sia stato importante e riconosciuto anche dalle istituzioni: “Fedez lo prendo per il culo regolarmente. Muovendosi nella musica, in tv e sui social è presente nelle grandi aree della comunicazione contemporanea. Dove prevalgono quelli che parlano a più persone, anche se veicolano contenuti banali. Fino a qualche tempo fa non ero presente sui social, ora tutti i miei contenuti finiscono lì. Pasolini ha usato al meglio gli strumenti del suo tempo, il cinema e la televisione. Anche Berlusconi ha vinto perché conosceva la televisione. I social identificano quest’epoca“. Insomma, è in auge chi sa vivere il proprio tempo e lo fa suo al 100%.

E proprio per questo si sente di dare un consiglio a Cacciari e Agamben sull’utilizzo dei social: “Persone che possiedono una visione originale come loro sono meno influenti perché non li frequentano. La scelta degli strumenti giusti può portare a far prevalere chi ha idee meno significative, ma una potenza di fuoco superiore”.

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