Russi o americani: chi ha fatto di più per sconfiggere i nazisti?

Quando si parla di Seconda Guerra Mondiale si tende a fare, malgrado si parli di eventi accaduti neanche cento anni fa, molta confusione. Tra il sempreverde “Mussolini ha fatto anche cose buone” e la diffusa convinzione che tutti i campi di concentramento siano stati liberati dagli americani, complice anche il film di Benigni, c’è anche una nutrita fetta di popolazione che non sa come si sia concluso il conflitto e quali furono le conseguenze, a livello internazionale, nei decenni successivi. Insomma, sono tanti i dubbi ed i punti poco chiari, ma andiamo con ordine.

Churchill Roosevelt e Stalin
Churchill, Roosevelt e Stalin durante la Conferenza di Jalta

La Giornata della Vittoria in Europa, generalmente nota come VE Day, segna il giorno in cui la Germania nazista si arrese incondizionatamente agli alleati l’8 maggio 1945. Il 30 aprile Adolf Hitler si era tolto la vita durante la battaglia di Berlino, così la resa fu autorizzata dal presidente tedesco l’ammiraglio Karl Dönitz a capo di un’amministrazione passata alla storia come il governo di Flensburg. L’atto di capitolazione militare è stato firmato il 7 maggio a Reims, in Francia, e ripetuto l’8 maggio a Berlino alla presenza di una delegazione dell’Unione Sovietica.

Da allora, Regno Unito, Francia, Slovacchia, Ucraina e Repubblica Ceca festeggiano la giornata della Vittoria. La guerra era così ufficialmente finita in Europa, un discorso a parte, invece, va fatto per gli Stati Uniti ed il Giappone, la cui resa avvenne il 2 settembre 1945, dopo che l’aeronautica militare statunitense sganciò la bomba atomica Little Boy sulla città di Hiroshima il 6 agosto, seguita tre giorni dopo dal lancio dell’ordigno Fat Man su Nagasaki. Ma a chi si deve la sconfitta dei nazisti?

Stalin, Roosevelt o Churchill? Il loro ruolo nella sconfitta di Hitler

Non è ancora chiaro chi sia stato decisivo per la disastrosa débâcle della Wehrmacht. Il dibattito, infatti, infuria ancora tra le giovani generazioni su quale nazione alleata abbia svolto il ruolo più importante nella sconfitta dei tedeschi durante la guerra. L’Unione Sovietica ha senza dubbio compiuto il più grande sacrificio umano con un quarto dell’intera popolazione sovietica uccisa o ferita durante il conflitto sul fronte orientale. Come riportato da Statista, in totale, si stima che siano morti circa 27 milioni di sovietici; gli Stati Uniti hanno registrato poco più di 400.000 morti militari, compresa la guerra nel Pacifico, mentre il Regno Unito ne ha avute circa 384.000, fatto conto anche delle morti in combattimento con il Giappone.

Eppure, nonostante le enormi cifre delle vittime sovietiche, alcuni credono che il loro contributo decisivo allo sforzo bellico fosse realizzabile solo attraverso il prestito di armi da parte del Regno Unito e dagli Stati Uniti. Altri sottolineano che l’ingegnosità russa, la capacità industriale e le attrezzature innovative come il carro armato T-34 furono le ragioni principali per cui gli alleati vinsero la guerra. Alcuni affermano anche che i bombardamenti dell’USAAF (United States Army Air Forces) e della RAF britannica (Royal Air Force) abbiano distrutto la capacità della Germania di condurre una guerra in modo efficace, fornendo il maggior contributo alla vittoria.

Eppure, finché Hitler non decise di rompere il patto di reciproca non invasione (Patto Molotov-Ribbentrop), intraprendendo la fallimentare operazione Barbarossa durante il rigido inverno sovietico, il terzo Reich fino a quel momento godeva di ottima salute ed umore, ma aprire di fatto una guerra su più fronti, ingestibile per la Germania, ne segnò il definitivo declino. In altre parole, la scarsa considerazione della compagine russa decretò la fine della potenza tedesca. Ma da parte di chi?

YouGov, società internazionale britannica di ricerca, ha condotto un sondaggio per scoprire cosa ne pensa proprio l’attuale generazione, ripreso anche da Statista. L’indagine su alcuni paesi europei (Regno Unito, Francia e Germania) e gli Stati Uniti, tutti e quattro profondamente coinvolti nel teatro europeo della seconda guerra mondiale, ha dato una visione abbastanza chiara della percezione collettiva di ogni Paese.

Nel Regno Unito, infatti, una netta maggioranza del 50% afferma che la Gran Bretagna abbia dato il contributo maggiore alla vittoria, mentre negli Stati Uniti il ​​47% afferma che siano state le loro forze armate. In Francia, il 56% afferma che sono stati gli americani, il 7% gli inglesi e il 22% i russi. In Germania, il 34% degli intervistati ha affermato che gli Stati Uniti hanno svolto il ruolo più importante nella vittoria della guerra, mentre il 22% afferma che sono stati i russi e il 7% la Gran Bretagna.

Se nel Regno Unito e negli Stati Uniti il risultato evidenzia un attaccamento, forse scontato, alla propria Nazione che rasenta il campanilismo, in Francia ed in Germania, invece, entrambe impossibilitate a dare un giudizio favorevole del proprio Stato, entra in gioco un senso di influenza perpetrato dalla Nato e dalla cultura occidentale, fortemente condizionata dalla presenza americana, soprattutto nel Dopoguerra.

Dell’Italia invece, anche lei protagonista molto discussa e caotica dello scacchiere europeo durante la Seconda Guerra Mondiale, non si è tenuto conto durante il sondaggio, malgrado, quasi alla fine della guerra, si sia schierata poi con gli Alleati, aprendo le porte alle bandiere a stelle e a strisce.

 

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