Marilyn Monroe, il mistero sulla morte dell’icona continua. E quelle teorie complottiste…

A distanza di decenni dalla sua morte, il mistero di Marilyn Monroe torna in auge a seguito di alcuni audio riguardanti le sue ultime ore di vita e fa riesplodere alcune teorie “complottiste” sui Kennedy…

Fra i misteri che continuano a interrogare l’umanità intera la morte di Marilyn Monroe è, indubbiamente, fra quelli più dibattuti.

La star di Hollywood, icona di un’epoca passata, morì in circostanze misteriose etichettate come suicidio, alimentando così molte teorie a riguardo.

Teorie che tornano in auge a distanza di decenni grazie al documentario Netflix The Mystery of Marilyn Monroe: The Unheard Tapes, nel quale si approfondisce la causa della sua morte e il tormentato rapporto con i fratelli Kennedy.

Il documentario è uscito sulla piattaforma del colosso streaming il 27 aprile sotto la direzione di Emma Cooper ed è incentrato su una serie di audiocassette mai ascoltate fino a ora.

Su Netflix esplode lo scandalo Marilyn Monroe: gli audio mai ascoltati delle ultime ore di vita

Un vero e proprio documentario bomba, nel quale a farla da padrona sono alcune registrazioni inedite riguardanti le ultime ore di vita di Marilyn Monroe.

Interviste esclusive di coloro i quali hanno fatto parte della vita della diva di Hollywood nel periodo a ridosso della sua morte.

Stando alle fonti ufficiali, Marilyn morì dopo essersi tolto la vita nell’agosto del 1962, ma la narrazione ufficiale convinse, sia all’epoca che oggi, molto poco.

Fondamentale, in tal senso, è stato analizzare, per il documentario, i suoi ultimissimi momenti di vita ma anche, e soprattutto, il rapporto oscuro con i fratelli Kennedy.

Questi ultimi, è oramai cosa nota, avrebbero avuto dei coinvolgimenti emotivi con la star, ma negarono tutto fino all’ultimo essendo entrambi sposati e con figli.

Proprio un segreto riguardante i fratelli Kennedy sarebbe menzionato nel documentario. Come riportato dal The Sun, infatti, alcune fonti vicinissime alla diva avrebbero riferito come quest’ultima sia stata costretta ad abortire dopo aver scoperto di essere incinta.

Nei giorni prima di morire, Marilyn avrebbe cercato in ogni modo di mettersi in contatto con Bobby Kennedy, raccontando ai loro amici che erano in procinto di sposarsi.

Ma non solo. All’editorialista Sidney Skolsky ha riferito di aver avuto una relazione anche con il fratello, John, e che i due avrebbero avuto rapporti intimi in più occasioni.

Informazioni, queste, che si sommano al fatto che, a detta degli amici più stretti della diva, quest’ultima fosse al corrente di informazioni riservate sul governo al punto da divenire una minaccia per i due fratelli.

Al tempo del decesso della iconica diva, Robert Kennedy affermò in più occasioni di non essersi trovato nei paraggi di casa di Marilyn quando morì, ma alcuni testimoni lo hanno visto con i loro occhi nella sua proprietà il giorno del decesso.

Le ultime chiamate

Ed è proprio le ultime ore della sua vita che sono oggetto, come si diceva, dell’intero documentario.

Si analizza, in particolare, la decisione di Marilyn di fare delle chiamate a tantissime persone a lei vicine proprio il giorno prima di morire.

Fra questi il suo ginecologo Leon Krohn, a cui ha chiesto se fosse arrabbiato con lei per aver avuto un aborto spontaneo.

Una chiamata all’amico e agente immobiliare Arthur James, con cui parlò proprio di una possibile gravidanza derivante dal rapporto con uno dei Kennedy, ma anche alla sua amica di lunga data Anne Karger, a cui ha raccontato che si sarebbe sposata a breve con Bobby Kennedy.

Ed è proprio quest’ultimo che ha tentato insistentemente di raggiungere anche attraverso i parenti di lui.

A riferire ulteriori dettagli sulle ultime ore di vita anche l’attrice Jeanne Carmen, con cui la diva di Hollywood si sentì telefonicamente proprio la mattina in cui morì.

A Vanity Fair raccontò: “Ha detto che una donna l’ha chiamata tutta la notte, molestata e insultata” – raccontando come si sentisse fortemente angosciata da questo – “La voce suonava familiare, ma non riusciva a darle un nome. L’anonimo chiamante aveva detto parole del tipo: “Lascia in pace Bobby, vagabonda. Lascia in pace Bobby.'”

Anche il suo psichiatra ha fatto riferimento al fatto che Marilyn, quel giorno, fosse terribilmente agitata, oltre che al fatto che avesse avuto nell’ultimo periodo rapporti sessuali con “uomini estremamente importanti del governo…al livello più alto”.

Alle 21.30 di quel giorno la diva contattò anche il suo parrucchiere, Sydney Guilaroff, il quale sempre a Vanity Fair raccontò:

“Marilyn mi ha telefonato in preda alla disperazione. Ha divagato sull’essere circondata da potenziali pericoli, e sui tradimenti degli ‘uomini in alto’ e sulle relazioni amorose clandestine”.

Proprio a Guilaroff raccontò che Robert Kennedy si fosse recato a casa sua per “minacciarla e urlarle contro”.

Non resta che attendere le reazioni di tutti all’uscita del documentario sulla piattaforma streaming e quali saranno le inedite intercettazioni.

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