Nell’arco di soli due giorni hanno avuto luogo due: due base jumper hanno perso la vita sulla Alpi durante la pratica di questo sport estremo.
Le tragedie sono avvenute a qualche ora di distanza l’una dall’altra, in due località diverse attraversate dalla catena montuosa delle Alpi. La prima morte è avvenuta durante la giornata di giovedì 2 Giugno, in Friuli Venezia Giulia.
Si trattava di un cittadino australiano, un base jumper di 35 anni. Non è ancora chiaro il nome della vittima e le autorità stanno ancora accertandosi sull’identità dell’uomo. Secondo le prime ricostruzioni, il giovane si sarebbe gettato nel vuoto dal Monte Cimone incontro alla sua morte.
L’allarme è scattato ieri mattina: intorno alle 7 del mattino le persone che si trovavano insieme al jumper hanno avvertito le autorità. Ad intervenire è stato elisoccorso del Friuli Venezia Giulia: la salma del disperso è stata prelevata dal fondo di un canalone quasi inaccessibile a 2.050 metri di quota, circa 300 metri sotto la vetta del Monte Cimone, dalla quale si presume si sia lanciato il 35enne.
Adesso il cadavere rimarrà a disposizione della magistratura, che continuerà gli accertamenti e approfondimenti sulla sua identità. Come accennato poco sopra, purtroppo non è l’unica vittima: proprio ieri mattina, 3 Giugno, mentre veniva recuperata la salma del 35enne, un altro base jumper è morto.
Alpi teatro di tragedie: due giovani uomini morti nel giro di poche ore
Questa volta si tratta di un 33enne americano, morto ieri mattina dopo essersi tuffato dalla cima del Monte Brento, in Trentino. Sembra probabile che il 33enne non sia proprio riuscito ad aprire il paracadute, forse a causa di un errore nella traiettoria seguita durante il volo in caduta libera. Il ‘volo’ è durato pochissimo ma ha coperto più di 200 metri.
Il giovane si è schiantato sulle rocce alla base della parete montana, nella località di Coste. Sul luogo si sono subito recati i vigili del fuoco, i Carabinieri e l’elicottero del Soccorso Alpino. Anche in questo caso la salma è stata recuperata grazie all’elicottero dei vigili del fuoco di Trento.
Il Monte Brento in particolare è considerato il regno dei base jumper, ma in cosa consiste questo sport estremo? In poche parole, ci si lancia nel vuoto da varie superfici (cime delle montagne, edifici o ponti) e si atterra con l’ausilio di tute alari e paracadute.
A coniare nel 1978 il nome di questa pratica fu il fotografo americano di caduta libera Carl Boenish. Secondo una stima media, a livello mondiale sarebbero circa 400 i base jumper che hanno perso la vita praticando questo sport, fra il 1981 e il 2019
Gli equipaggiamenti servono a garantire la sicurezza ma, quando si tratta di sport estremi, niente può garantirla. Questo di oggi è il primo incidente del base jumping nel 2022 ed è accaduto soltanto pochi giorno dopo la tragedia degli alpinisti sul Grand Combin, in Svizzera.