Di Maio e l’addio al M5S | Ecco come cambierà la compagine parlamentare: che botta per il Movimento!

Il ministro si porta appresso 50 deputati e 11 senatori. Ecco come cambia, oggi, la compagine parlamentare governativa

Quello strappo alla fine è arrivato, anche se molti credevano fosse impossibile.

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L’abbandono del Movimento Cinque Stelle da parte di Luigi Di Maio porta, di fatto, a una scissione interna che fino ad ora non ha avuto precedenti.

Una lista di 62 nomi fra parlamentari e senatori è quella di coloro i quali seguiranno Di Maio, che ha già raccolto le firme per la creazione del gruppo ‘Insieme per il futuro’.

Certo è che Giggino poteva avere maggiore fantasia nel trovare un nome che non fosse identico a quello usato in praticamente tutta Italia per le liste civiche alle amministrazioni comunali.

Ma ad ogni modo la mossa ha sortito l’effetto che sperava. Con questa manovra il ministro degli Esteri ha scatenato una serie di conseguenze nel parlamento.

Ecco come cambierà, anzitutto, la composizione parlamentare dopo il suo addio.

Come cambia il Parlamento dopo l’addio di Di Maio

La prima più eclatante conseguenza riguarda la prima forza di opposizione che diventa la Lega, che si attesta con 193 parlamentari (di cui 132 deputati e 61 senatori).

Segue poi il Movimento Cinque Stelle, che tuttavia scende a quota 165 andando a sottrarre i 51 eletti a Montecitorio e i restanti 11 a Palazzo Madama.

In ordine poi Forza Italia con 134 e PD con 132.

Da questo grafico realizzato dal Corriere della Sera si può vedere facilmente come sono cambiati gli assetti politici in Parlamento:

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Una caduta dalla quale il Movimento esce, indubbiamente, con le ossa rotte considerando che rispetto ai 333 seggi conquistati all’inizio del 2018 si sono rivoluzionati i rapporti all’interno della compagine parlamentare.

Alla fine sono in tutto 62 i parlamentari che Di Maio è riuscito a strappare al Movimento di Conte, con cui è avvenuto uno strappo irreversibile.

Si ipotizza, ad ogni modo, che il numero nei prossimi giorni salirà sicuramente.

Fra i nomi di maggiore spicco che hanno seguito il ministro ci sono esponenti non indifferenti dell’area governativa fra i quali la viceministra dell’economia Laura Castelli, quello per il sud Danila Nesci, Manlio Di Stefano per gli Esteri, Pierpaolo Sileri per la Salute e Anna Macina per la giustizia.

La situazione, ad ogni modo, potrebbe indubbiamente aggravarsi nei prossimi giorni ribaltando ulteriormente la situazione all’interno tanto del senato quanto del parlamento.

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