Marco Rizzo espulso dal Partito Comunista? Ecco come stanno le cose | “Il segretario conta poco”

Terremoto nel comitato centrale: si tenta un’espulsione vecchio stile del segretario generale, ma i tempi sono cambiati. Marco Rizzo è saldo alla guida del partito comunista dalla deriva sovranista. 

Si potrebbe passare forse tutta la mattina, se non addirittura tutta la giornata, a chiedersi cosa sia stato e cosa sia soprattutto oggi il comunismo. La risposta potrebbe stupire: è un concetto vecchio, datato e che non è mai piaciuto strictu sensu. Alla base del comunismo troviamo la lotta di classe, quella volta a cambiare la struttura combattendo principalmente la sovrastruttura, squarciando quel velo di ipocrisia che rende tutto immobile, dietro la dura legge del profitto di pochi a discapito di molti.

Marco Rizzo
Fonte: Facebook

Eppure, questa lotta sovversiva non ha mai trovato una reale applicazione, proprio per questo il comunismo è stato – sin dai suoi albori – qualcosa di datato. Le esigenze del popolo, la fame patita e le angherie subite hanno tutto un loro fascino che rimane però tristemente fine a se stesso. Un bell’involucro che confeziona perfettamente un uovo marcio al suo interno, difettoso alla nascita.

La gente, e questo è vero, ha bisogno di concretezza. Eppure, l’ultima volta che si è ascoltata la pancia dell’elettorato, al governo sono saliti i 5 stelle che sono durati quanto un gatto in tangenziale. Perché questo è quello che accade, quando si campa portando avanti un a politica vuota, svilita e fatta di slogan che ha una pochissima aderenza alla realtà.

Così, anche il segretario massimo Marco Rizzo, prende una deriva sovranista, che risponda alla frustrazione del popolo, per rimanere a galla. Niente programma, niente idee. Solo tante lamentele e critiche poco edificanti. Ma il comitato centrale non ci sta e risponde a tono, ricorrendo all’espulsione del segretario. Solo per qualche minuto però.

Il gioco dell’espulsione

Effettivamente era un meccanismo ben rodato ed efficace del XX secolo. Qualcosa non andava? Via, espulsione! Peccato però che i tempi siano cambiati e non basta un post sui social per legittimare la propria scelta. Ma facciamo un passo indietro.

Dichiarazione
Fonte: Facebook

Abbiamo prima accennato alla deriva sovranista di Marco Rizzo che si è unito al coro dei No Vax, No Pass, No euro, No Nato, ma mai “No pasaran”. Ma quella è un’altra storia. Parlando con Rizzo, sembra quasi il vero atto di ribellione che il popolo italiano attende da tempo. “Noi stiamo costruendo una forza di vero dissenso e solo il 12-13% nel partito è contrario alle scelte fatte”, ha spiegato il segretario al Corriere della Sera.

Peccato che per raggiungere questi obiettivi in Sardegna il Partito Comunista si sia unito a “Il Popolo della Famiglia” di Mario Adinolfi, che farebbe pure ridere se non ci fosse da piangere, mentre strizza l’occhio all’eurodeputata ex Lega Francesca Donato. Insomma, una commistione mal digerita dalla Federazione di Milano di Luca Ricaldone, contrario alla deriva populista e sovranista di Rizzo tanto da chiederne l’espulsione.

Ma non solo non è avvenuta, è stato oggetto di purga invece chi ha cercato di spodestare il segretario su Facebook, mentre Rizzo gode di ottima salute dopo il suo appello sempre a favor di social. “Io sono il segretario del Partito comunista ma, rispetto ai provvedimenti disciplinari, il segretario conta poco. Questo perché c’è una commissione di garanzia che decide. Ecco, di fronte a questi compagni che avevano annunciato la mia espulsione dal partito via Facebook, io proporrò un atto di clemenza”.

Detto fatto. “In questo mondo dei social basta impossessarsi della password di Facebook di una federazione del Partito e decidere che il segretario nazionale è espulso. Di questi bontemponi si sta occupando la Commissione Centrale di garanzia e, per rimpinzare le casse, la tesoreria e gli avvocati. Il segretario generale Marco Rizzo sta bene e gode della fiducia“, ha sentenziato la pagina del Partito.

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