La campagna elettorale degli ex sodali | Salvini fra i santini mentre Conte si schiera tra i progressisti

Le doglianze di Conte sul trattamento ricevuto da Draghi mentre Salvini sembra fare un comizio delirante dalla sua ‘canonica’, e fra santini e calendari trash, ci viene in mente solo che la campagna elettorale è partita

Un quadro decisamente fosco quello che si profila nelle ore seguenti la caduta del governo Draghi.

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E non per il governo Draghi in sé, ma perché ora bisogna fare i conti con responsabilità, conseguenze e, soprattutto, l’inizio della campagna elettorale.

Conte, le doglianze su Draghi e la virata progressista

Conte ha in qualche modo revisionato la posizione, parlando a Zona Bianca su Rete 4 di un “Draghi sprezzante e aggressivo” che ha generato un’ondata di veementi e ingiusti attacchi nei confronti del Movimento.

“C’è stata un’occasione importante ieri in Parlamento, perché ci sono lavoratori che prendono 3-4 euro lordi l’ora, 50mila aziende che hanno lavorato sul superbonus e stanno fallendo sui crediti fiscali bloccati, famiglie che devono decidere se pagare la bolletta o fare la spesa”, ha spiegato il leader del Movimento su Rete 4, aggiungendo non solo di aver ottenuto pochissime risposte, ma anche che, dinanzi a queste poche risposte, sono stati anche attaccati.

“Noi non facciamo delle tattiche prendendo in giro, o giochi di palazzo” – ha aggiunto – “Noi ci siamo linearmente presentati in Parlamento chiedendo al premier Draghi di definire un’agenda dicendo le misure da adottare, di chiarirlo pubblicamente, nel confronto con le altre forze politiche.”

“Non era mica una questione personale” ha spiegato “Dopodiché il presidente Draghi è stato sprezzante con noi, veramente molto aggressivo, incomprensibilmente e ingiustamente”.

L’ex presidente del Consiglio ha inoltre voluto ribadire come, fino all’ultimo, si è vagliata la possibilità di dare fiducia al governo

“Noi da mesi parliamo di estendere gli extraprofitti, abbiamo spinto il premier a uno scostamento di bilancio, a intervenire più energicamente in Europa, per un price cap, per una strategia comune, un Energy Recovery Fund. Abbiamo già gestito un’emergenza – aggiunge -, sappiamo cosa significa, le responsabilità, le tensioni, la complessità. Però abbiamo anche dimostrato di saper operare e ottenere misure importanti”.

Ad ogni modo è da tempo quanto mai palese della virata progressista e di sinistra dell’ex presidente del Consiglio, nonostante l’esperienza di governo fosse iniziata proprio con l’ala tutt’altro che progressista, quella di Salvini.

Salvini e il comizio dalla canonica: la campagna elettorale a suon di santini è iniziata

Mentre Conte stila i suoi Cahiers de doleance, Salvini parla dalla sua canonica.

In realtà è la sua stanza, ma a giudicare dal numero spropositato di santini e icone votive sembra di trovarsi in sagrestia.

Immancabile la foto della figlia, posizionata strategicamente in un calendario 2020, di quelli che realizzi con le scuole per darle ai genitori.

Ed ecco che, come specifica la Stampa, arriva il palcoscenico più importante per Salvini.

Questa competizione elettorale, infatti, ha una valenza di assoluto rilievo per il capitone, con un ritorno alle urne che arriva esattamente la settimana dopo Pontida, lo storico appuntamento leghista nella cittadina bergamasca.

E che, dopo due anni di stop per il Covid e le elezioni letteralmente alle porte, verrà, indubbiamente fatto in grande stile.

E anche se gli italiani sono ancora sotto gli ombrelloni, Salvini sfodera, fra un santino e l’altro, i tre temi cardine della campagna elettorale: l’immigrazione, il fisco e le pensioni.

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“Tornare a difendere i confini italiani dopo i ripetuti fallimenti della Lamorgese: lo farà il prossimo ministro dell’Interno” scrive per altro in un Tweet dal retrogusto fascioleghista.

Fra decreti sicurezza cancellati dai governi successivi, flat tax, pace fiscale e taglio delle tasse,

“Sulla scrivania – spiega Salvini al Tg1 – ho due dossier su cui il centrodestra sarà compatto: la riforma delle pensioni, perché il primo gennaio ritornerebbe in vigore la scellerata riforma Fornero che prevede 67 anni di età per andare in pensione, impensabile. La proposta della Lega è Quota 41, ovvero dopo 41 anni di contributi penso che sia un meritato diritto godersi qualche anno di serenità. L’altro tema – sottolinea – è la pace fiscale: ci sono milioni di italiani che hanno una cartella dell’Agenzia delle entrate che rischia di rovinarli, fare un accordo definitivo tra cittadini e fisco rottamando quelle cartelle sarebbe un atto di giustizia sociale”.

La manovra, però, ha comunque spiazzato la Lega, che forse non si aspettava realmente elezioni così anticipate.

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