Dopo la recente pace con il collega Fedez, lo storico rapper italiano J-Ax è tornato a parlare ai giornali, confessando alcuni dettagli sul suo passato e non solo.
Giusto il 5 Agosto Alessandro Aleotti alias J-Ax, uno tra i primi rapper italiani con il suo gruppo gli Articolo 31, ha compiuto la bellezza di 50 anni. Per l’occasione si è raccontato in un’intervista per ‘Il Corriere della Sera’, parlando di vari argomenti.
“Quando ero ragazzino uno di 30 anni già mi sembrava vecchio, a 50 era un nonno” ha scherzato sul suo essere arrivato ufficialmente alla mezza età. “Fa paura, ma è un numero. Oggi un 50enne è un papà: siamo la prima generazione ad aver ritardato tutto, ma io di testa non mi sento diverso, forse solo meno impetuoso”.
Sulla pace con Fedez celebrata al LoveMi a Milano, si è detto felice di aver riallacciato i rapporti, soprattutto in un momento difficile come quello vissuto da Fedez: “Sono stato il primo, a parte sua moglie, a vedere Fede dopo la diagnosi di tumore”, ha raccontato.
Per il momento non sono in vista nuove collaborazioni tra i due, che di fatto rappresentano due generazioni di rapper a confronto. Come detto gli Articolo 31 furono davvero i primi a fare rap in Italia quando ancora qui il genere non era ancora molto conosciuto.
“C’erano svantaggi e vantaggi” ha infatti raccontato, “Eravamo di meno, ma l’Italia è refrattaria alle novità quindi era difficile. Però c’era la forza di sentirci nel giusto. C’era chi aveva l’impressione che fossimo dei ‘pirla colorati’ come credo ci abbiano chiamati, ma c’è sempre stata anche roba non colorata”.
J-Ax rivela la verità sul suo passato: “Mi porto dietro troppi errori”
Di roba ‘non colorata’ ne ha vissuta, il rapper. “Dietro di me vedo più errori e fallimenti che scelte giuste”, ha confessato. “Scelte sbagliate, dischi sbagliati, esperimenti riusciti male”.
Poi ha confessato uno dei suoi rimpianti più grandi: “Come rimpianto personale ho quello di aver perso tempo da giovane dietro dei cliché: droghine, ubriacarsi, fare festa. Evitandole magari avrei avuto più tempo per migliorarmi”.
Insomma quello giovanile è stato un periodo particolarmente turbolento per l’adesso 50enne, che ha ammesso di aver fatto uso di droghe ‘pesanti’, anche se non ha specificato quali. Per certo non si riferiva alla cannabis, “quella la tiro fuori dal discorso”.
“La droga ponte che porta verso la cocaina è l’alcol, ti fa perdere la testa, fai delle scelte che da sobrio non faresti. Io sono per legalizzare la cannabis o per proibire l’alcol, fate voi”. Adesso però ha messo la testa a posto, ed ha abbandonato completamente anche l’alcol.
“Non fumo da anni, non bevo neanche una birra. L’ultima volta credo sia stata al mio compleanno di 4 anni fa. Vedo l’alcol come il padre di tutti i mali, ma come per tutte le cose, la moderazione e l’equilibrio sono la strada vincente”.