Emergenza grano, qual è realmente la produzione dell’Ucraina? | Ecco come stanno le cose

Dopo un parziale sblocco della situazione del grano in Ucraina (che nelle ultime ore non sembra andare, invece, proprio per il verso giusto) viene spontaneo chiedersi quanto la questione riguardante questa materia prima sia più politica che realmente produttiva. Ecco, infatti, chi sono realmente i maggiori produttori di cereali al mondo

Non sembra essersi del tutto sbloccata la situazione riguardante il trasporto del grano in Ucraina, che nelle ultime ore si è vista annullare un ordine di 26mila tonnellate di mais da parte del Libano.

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Il carico, che sarebbe dovuto arrivare domenica sera, era in realtà in forte ritardo, motivo che ha spinto il Libano ad annullare il carico.

Se dunque la situazione sembra essersi sbloccata per lo meno per quanto concerne il rapporto con la Russia sulla questione, i problemi logistici, ovviamente, non mancano.

Ma la questione riguardante il grano ucraino, in realtà, è più politica che effettivamente produttiva.

Guardando infatti i dati sui maggiori produttori di frumento nel mondo, infatti, si comprende come, in realtà, l’Ucraina non sia fra i primissimi posti al mondo per produzione.

I produttori di grano nel mondo: in che posizione si classifica l’Ucraina?

Secondo i dati 2020 della FAO, la Food and Agriculture Organization, in quell’anno la produzione mondiale di grano è stata di 760 milioni di tonnellate.

Ma chi ha soddisfatto una richiesta così ampia?

Stando al rapporto realizzato dall’Organizzazione, il 41% della produzione mondiale è stato coperto da Cina, India e Russia.

L’Europa sarebbe seconda al mondo se si considerassero, però, in modo accorpato tutta la produzione di tutti i Paesi.

I maggiori produttori al mondo di grano sono i seguenti:

  1. Cina (134.254.710 tonnellate)
  2. India (107.590.000 tonnellate)
  3. Russia (85.896.326 tonnellate)
  4. Stati Uniti (49.690.680 tonnellate)
  5. Canada (35.183.000 tonnellate)
  6. Francia (30.144.110 tonnellate)
  7. Pakistan (25.247.511 tonnellate)
  8. Ucraina (24.912.350 tonnellate)
  9. Germania (22.172.100 tonnellate)
  10. Turchia (20.500.000 tonnellate)

Che la produzione di grano ucraino sia importante è, in modo evidente, un dato non confutabile.

Ma il fatto che si posizioni quasi decima nella classifica della produzione fa comprendere quanto la questione legata al frumento possa essere più di tipo politico propagandistico che effettiva.

La situazione cambia, però, se si vanno a guardare i dati sui Paesi che esportano il grano.

A livello mondiale, infatti, l’Ucraina si posiziona terza/quarta per esportazione di grano nel mondo.

L’ Ucraina produce circa 36 milioni di tonnellate di mais per l’alimentazione animale, posizionandosi al 5° posto nel mondo, e 25 milioni di tonnellate di grano tenero per la produzione del pane (7° posto al mondo), rendendo dunque il Paese un esportatore fondamentale nel mondo.

Questo fa comprendere come il Paese abbia un ruolo decisivo nell’esportazione, ma decisamente molto più marginale nella produzione.

I dati, infatti, ci confermano come le fonti di approvvigionamento di grano possano in qualche modo diversificarsi, pur tenendo fermo l’assunto che più ci si allontana più aumentano i costi.

Nel frattempo, ad ogni modo, la situazione non è tragica come si potrebbe pensare.

Grazie all’accordo Onu, infatti, il blocco delle esportazioni dovrebbe in qualche modo risolversi, in considerazione dell’impostazione doppia dell’intesa che è stata siglata dal ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu, e l’altra dal ministro delle Infrastrutture ucraino, Oleksandr Kubrakov.

Un accordo fondamentale se si considera che nei porti ucraini sono bloccate 22 milioni di tonnellate di derrate.

L’accordo prevede, come scrive testualmente il Sole 24 Ore, il passaggio sicuro delle navi, grazie a un circoscritto cessate il fuoco di fatto, e l’istituzione di un Centro di controllo (Jcc) a Istanbul, composto da funzionari delle Nazioni Unite, turchi, russi e ucraini, per gestire e coordinare il passaggio.

L’Ucraina avrà bisogno di una decina di giorni per preparare i porti, e dunque ci potrebbe volere ancora un po’ di tempo affinché le navi possano salpare.

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