Il ritorno di Annamaria Franzoni sul luogo del delitto per passare le vacanze fa decisamente trasalire. L’esclusiva di Giallo
E’ tornata nella villetta di Cogne dove tutto ha avuto inizio, o meglio, fine Annamaria Franzoni, libera dopo 11 anni di reclusione.
L’esclusiva è del settimanale Giallo, che domani in edicola uscirà con il numero contenente le foto.
Annamaria Franzoni torna a Cogne
Annamaria Franzoni venne condannata a 16 anni di reclusione nel 2008 per aver ucciso suo figlio Samuele.
L’omicidio, o meglio, l’infanticidio avvenne proprio nella villetta di Cogne, dove la Franzoni colpì il bimbo di soli 3 anni 17 volte alla testa il 30 gennaio del 2002.
Un infanticidio, quello di Cogne, che segna un prima e dopo nella cronaca nera italiana, sia per le modalità con cui sconvolse tutta l’Italia sia per l’impatto mediatico e la spettacolarizzazione che ebbe.
Ed è lì che è tornata Annamaria Franzoni, uscita di carcere dopo circa 11 anni invece che 16 grazie a indulto e liberazione anticipata.
Ora la donna, libera di tornare alla propria vita, ha deciso di trascorrere proprio lì le vacanze di Ferragosto.
A rivelarlo è il settimanale Giallo, dalle quali si può vedere la Franzoni entrare nella casa che è tutta perfettamente in ordine, anche con il giardino curato.
Le foto hanno ovviamente destato clamore in tutti, dai lettori agli utenti online, sebbene non sia la prima volta che Franzoni e marito fanno rientro in quell’abitazione.
Recentemente, infatti, è stata oggetto di controversia per un pignoramento, ma anche per una violazione di domicilio.
Oggi Annamaria Franzoni è una donna libera, e oggi come allora continua a proclamarsi innocente.
E ieri come oggi continua ad essere oggetto morboso di attenzioni mediatiche.
D’altronde, ciò che realmente differenziò l’infanticidio di Cogne fu l’ossessione che aveva l’Italia intera di seguire minuto per minuto cosa era accaduto in quella villetta a quel povera bambino.
I dettagli più grotteschi, la nuova gravidanza di Annamaria, il mostro in prima pagina o da assolvere fino all’ultimo, l’oscura figura dell’avvocato Taormina che non permetteva momenti di silenzio televisivo.
Tutti questi elementi, e molti altri, resero il delitto di Cogne un unicum, o meglio, l’apripista di un nuovo modo di fare televisione e cronaca nera.