Tragedia a Genova, retroscena drammatico: la vittima era appena diventato padre

L’uomo, arrestato con l’accusa di omicidio, si giustifica: “Ero esasperato dal baccano”. I dettagli sulla vita della vittima

Momenti di follia nel centro storico di Genova, precisamente a Piazza De Franchi, nel cuore dei vicoli, dove un uomo di 41 ha perso la vita colpito da una freccia.

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L’omicidio a tratti surreale si è consumato poco dopo la mezzanotte.

La vittima è il 41enne Javier Alfredo Miranda Romero.

La colpa dell’uomo, che si trovava in compagnia di alcuni amici, è stata quella di aver fatto troppo baccano e caos nei vicoli.

Uomo colpito da una freccia a Genova, era appena diventato padre

L’episodio è avvenuto nella notte del quartiere della Maddalena.

Secondo quanto ricostruito dai Carabinieri e da una testimone, tutto sarebbe nato da una lite in strada, scoppiata fra la vittima, il 41enne di origini peruviane, e un suo connazionale.

La vittima, come riporta il Secolo XIX, aveva trascorso la serata con alcuni amici in un bar dei via dei Quattro Canti di San Francesco per assistere alla partita di Champions tra il Napoli e il Liverpool.

Complice qualche bicchiere di troppo, Javier inizia una lite, per motivi non chiari, con un connazionale davanti al civico 8 della piazza.

Lì abita Evaristo Scalco, un 63enne del varesotto con la passione per archi e frecce, trasferitosi lì da pochissimo per svolgere alcuni lavori, si legge testualmente, come artigiano di coperta per il Kirribilli, il gigantesco yatch dell’architetto ligure Renzo Piano.

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Scalco sente i rumori e sente colpi alla saracinesca quando, innervosito dal baccano, si affaccia alla finestra intimando i due di smetterla.

“Gli gridava insulti razzisti, per quello lo riprendeva”, dichiara l’amico di Javier, che evidenzia ai Carabinieri come sia stato Scalco a provocarli: “Sentiva musica a tutto volume dalla sua casa ed era ubriaco. Noi non facevamo nulla di male”.

Scatta un acceso diverbio a distanza fra la vittima e il 63enne, contro cui i due uomini lanciano oggetti.

E’ lì che l’artigiano, accecato dall’ira, fa il drammatico gesto, decidendo di imbracciare l’arco e scagliare la freccia, che colpirà fatalmente al fegato Romero Miranda.

L’uomo barcolla e inizia a perdere sangue ma riesce a rimanere in piedi per qualche minuto mentre l’amico chiama i soccorsi.

Scalco, resosi conto della situazione, corre in strada tentato di salvare il 41enne peruviano cercando di estrargli la freccia dall’addome con una pinza e uno straccio bianco mentre viene aggredito dagli amici della vittima.

Mentre il maestro d’ascia viene portato via dai Carabinieri del nucleo radiomobile, Romero Miranda viene portato d’urgenza presso il policlinico San Martino, dove morirà 7 ore dopo nel reparto trapianti.

Scalco è ora accusato di omicidio volontario aggravato, e si trova in stato di detenzione presso il carcere a Marassi.

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Tenta di fornire dichiarazioni spontanee attraverso le quali specifica che la sua intenzione non fosse quella di uccidere l’uomo ma di intimorirlo: Volevo solo dormire, non riuscivo. Ho perso la testa quando li ho visti urinare contro il muro. Ho gridato loro se fossero degli incivili. A quel punto mi hanno lanciato contro uno o due petardi. Non ho capito cosa fossero ma mi sono spaventato. Per questo ho usato l’arco ma non volevo uccidere”.

Dall’abitazione dell’uomo sono stati sequestrati tre archi e sessanta frecce.

Un gesto, questo, condannato fortemente sia dal sindaco di Genova Marco Bucci che parla di “un atto barbaro, inutile a risolvere alcun problema come qualsiasi azione violenta” sia dal presidente della regione Liguria Giovanni Toti, che sottolinea come “non esiste movida, rumore o qualsiasi altra situazione che possa giustificare una simile reazione”.

La vittima era padre da un giorno: era uscito per festeggiare la nascita del figlio

Un altro elemento drammatico in questa vicenda riguarda il fatto che Javier Alfredo Miranda Romero era diventato padre da un giorno.

L’uomo, si apprende, era uscito per festeggiare proprio la nascita del secondo figlio prima della tragedia.

Javier, che faceva l’operaio, aveva una piccola impresa e si dedicava all’edilizia acrobatica.

Originario del Perù, era residente a Genova da 26 anni, doveva aveva messo su famiglia con la moglie.

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