Casalino-Facci, che scontro: il portavoce del premier annuncia querela. Il giornalista: “Ti disprezzo, sei il nulla”

Quello tra Rocco Casalino, portavoce del presidente del Consiglio, e Filippo Facci, giornalista 53enne, sembra essere diventato uno scontro senza esclusione di colpi. 

Casalino ha voluto replicare alle accuse di Facci inviando una lettera al giornale “Libero Quotidiano”, diretto da Vittorio Feltri. Casalino, nella lettera, spedisce al mittente quelli che definisce “attacchi infondati sulla mia attività professionale”, sottolineando come l’attuale ruolo di portavoce di Giuseppe Conte arrivi dopo “una lunga esperienza nel mondo del giornalismo e della comunicazione”.

“Oltre a essere un giornalista da più di tredici anni, sono stato anche per diversi anni a capo della comunicazione del Movimento 5 Stelle – scrive Casalino – Ricopro il mio ruolo ogni giorno con il massimo impegno e professionalità. Eppure, nonostante questo, c’è ancora chi mi critica strumentalmente solo sulla base di un forte pregiudizio”.

Casalino poi attacca direttamente Facci, evidenziando come il giornalista faccia l’intellettuale “ma a scuola era l’ultimo della classe” e garantendo che lo querelerà.

Facci replica a Casalino: “Ti disprezzo, come giornalista non sei niente”

Non si è fatta attendere la controreplica di Filippo Facci alla lettera inviata da Rocco Casalino. Il giornalista ha ribadito ancora una volta il suo totale disprezzo nei confronti del portavoce del premier.

“Intanto le mie offese non sono gratuite: mi pagano per scriverle – le parole del giornalista 53enne – In secondo luogo, sino alla quarta elementare mi portavano in giro per le scuole come fenomeno del disegno e della matematica: ma non sono mai stato così idiota da misurare l’intelligenza di una persona dal livello di studi. Solo gli ignoranti lo fanno”.

“Per il resto, come giornalista non sei mai stato niente – aggiunge – e le tue «esperienze professionali», quelle che ti hanno portato a comandare la comunicazione dei grillini e di questo» presidente del consiglio (scritto minuscolo) non sono referenze: sono il problema, sono la vergogna ingoiata da un Paese che si è immerdato in questa perdurante penitenza”.

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