Muoiono in 750 per difendere l’Arca dell’Alleanza. Ma della strage in Etiopia non ne parla nessuno

La guerra del Tigrai continua a scatenare orrori su orrori. 

L’ultima strage sarebbe avvenuta all’interno della chiesa ortodossa dedicata a Maria di Sion, che si trova nella città santa di Axum e che custodisce quella che per molti è l’Arca dell’Alleanza (anche se non può essere vista, pertanto non si può verificare l’attendibilità del reperto), protetta da un monaco.

Responsabili del massacro, stando a quanto confermato da alcuni testimoni, sarebbero le truppe federali etiopi e le milizie alleate della regione Amhara: un particolare che viene riportato anche da “Avvenire”.

Le truppe si sono spinte fino alla Chiesa, dove sembra si trovassero in quel momento circa mille persone. L’obiettivo dei soldati Amhara era proprio l’Arca dell’Alleanza, che secondo la leggenda sarebbe stata portata in Etiopia dalla regina di Saba (che l’avrebbe ricevuta dal re Salomone, ndr).

Almeno 750 morti nello scontro tra le milizie e i fedeli

“L’Arca appartiene ad Addis Abeba!”, avrebbero gridato le milizie, scatenando un violento scontro. I fedeli, per difendere l’Arca, sarebbero usciti fuori dalla Chiesa per respingere l’assalto, ma le truppe etiopi avrebbero sparato senza pietà addosso alla folla, provocando una strage.

Stando a quanto riportato da Avvenire e anche da altri siti esteri, le vittime sarebbero circa 750. Va comunque sottolineato che almeno fino ad ora la strage non ha avuto ampia risonanza sui media, e c’è anche chi sospetta che possa trattarsi di una “bufala”.

Tuttavia, la notizia del massacro si aggiunge alla conferma da parte delle autorità etiopi che uno dei siti islamici più sacri, la Moschea Nejashi, situata nella città di Wukro, è stata gravemente danneggiata dai combattimenti della guerra del Tigrai.

Un feroce conflitto, che vede da una parte i combattenti della regione e dall’altra le truppe etiopi ed eritree, sostenute dalla milizia Amhara.

 

 

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