Tagli ai vaccini, entro marzo lo avranno solo 7,5 milioni di italiani. La rabbia di Conte: “Inaccettabile”

Le ultime notizie sui ridimensionamenti nella consegna dei vaccini hanno mandato su tutte le furie il governo italiano, costretto a rivedere il piano vaccinale. 

La previsione iniziale era di riuscire a vaccinare circa 15 milioni di italiani entro la fine di marzo, ma i rallentamenti nella distribuzione di Pfizer-BioNTech e la riduzione del 60% delle dosi di AstraZeneca da distribuire nel primo trimestre rendono questo obiettivo praticamente impossibile.

Per farla breve, con le possibilità attuali l’Italia riuscirebbe ad arrivare a circa 7 milioni e mezzo di vaccinati entro la fine di marzo, ovvero tutti i medici e il personale sociosanitario, gli ospiti e gli operatori delle Rsa e gli over 80. C’è qualche possibilità che vengano inserite anche le persone tra 75 e 80 anni che presentano delle particolari fragilità.

Entro marzo, quindi, non riusciranno ad avere il vaccino gli over 60, il corpo docente, le forze dell’ordine e i detenuti. Rispetto al piano strategico iniziale, si tratta quindi di una distribuzione dimezzata, che ha prodotto un duro comunicato da parte del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Il premier definisce rallentamenti e tagli “inaccettabili”.

Conte: “Ricorreremo a tutte le iniziative legali, proteggeremo l’Italia”

“Il nostro piano vaccinale, approvato dal Parlamento italiano e ratificato anche in Conferenza Stato-Regioni, è stato elaborato sulla base di impegni contrattuali liberamente assunti e sottoscritti dalle aziende farmaceutiche con la Commissione Europea – afferma Conte – Questi rallentamenti delle consegne costituiscono gravi violazioni contrattuali, che producono danni enormi all’Italia e agli altri Paesi europei, con ricadute dirette sulla vita e la salute dei cittadini e sul nostro tessuto economico-sociale già fortemente provato da un anno di pandemia”.

Conte ha poi aggiunto che il governo italiano ricorrerà a tutti gli strumenti e a tutte le iniziative legali non solo nei confronti di Pfizer – già avviate – ma anche contro AstraZeneca, “per rivendicare il rispetto degli impegni contrattuali e per proteggere in ogni forma la nostra comunità nazionale”.

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