Chi è Willie Peyote, post-ironico rapper torinese sul palco di Sanremo con Mai dire mai (La locura)

Willie Peyote è l’aka di Guglielmo Bruno, l’ennesimo rapper a calcare il palco dell’Ariston di Sanremo.

Ennesimo rapper ché da qualche anno il rap sembra adatto anche al Festival della canzone italiana, mentre un tempo al massimo c’erano i Sottotono che calciavano Staffelli e creavano il caso.

Willie Peyote è torinese ed è classe 1985.

Il suo soprannome – non è difficile immaginarlo, ma specifichiamo – è un riferimento al noto personaggio della Warner Bros Willi E. Coyote con la seconda parte del nome modificata per riferirsi al peyote, pianta allucinogena proveniente dal continente americano (ah, questi rapper e i riferimenti dorgherecci!)

Inoltre, Willie, è un riferimento al nome di battesimo dell’artista, Guglielmo.

Come raccontato ad un’intervista rilasciata a Rockit:

“Mio padre era musicista e fin da piccolo l’ho seguito nei concerti. Comunque nella mia famiglia suonano tutti uno strumento e, quasi per non sentirmi escluso, ho iniziato a suonare il basso. Facevo parte di un gruppo punk. Verso la fine delle superiori ho incontrato il mio primo beat maker e ho cominciato a rappare, avevo circa 19 anni. Ma prima di diventare il Willie Peyote attuale, se così si può dire, ho militato in un gruppo post-rock dove suonavo la batteria. Facevamo qualcosa di accostabile ai Verdena”.

Tra ironico e post-ironico, Willie Peyote è un rapper che – a differenza di altri specie di nuova generazione – infarcisce di contenuti le proprie tracce.

Ha cinque album in studio all’attivo:

2011 – Manuale del giovane nichilista
2014 – Non è il mio genere, il genere umano
2015 – Educazione sabauda
2017 – Sindrome di Tôret
2019 – Iodegradabile

E per farvi capire che musica fa l’ottimo Willie vi proponiamo un video che rappresenta a tutti gli effetti un medley di tracce tratte da ‘Educazione sabauda’:

Vi proponiamo anche una collaborazione con gli Ex-Otago, gruppo che il palco di Sanremo lo ha già calcato, con un testo commovente sulla salute mentale:

E chiudiamo proponendovi il testo della traccia in gara ‘Mai dire mai (La locura)’

“Questa è l’Italia del futuro, un paese di musichette mentre fuori c’è la morte”
Ora che sanno che questo è il trend tutti ‘sti rapper c’hanno la band
Anche quando parlano l’autotune, tutti in costume come gli X-men
Gridi allo scandalo, sembrano Marilyn Manson nel 2020
Nuovi punk vecchi adolescenti, tingo i capelli e sto al passo coi tempi
C’è il coatto che parla alla pancia ma l’intellettuale è più snob
In base al tuo pubblico scegliti un bel personaggio, l’Italia è una grande sit-com
Sta roba che cinque anni fa era già vecchia ora sembra avanguardia e la chiamano It-pop
Le major ti fanno un contratto se azzecchi il balletto e fai boom su Tik-tok
Siamo giovani affamati, siamo schiavi dell’hype
Non si vendono più i dischi tanto c’è Spotify
Riapriamo gli stadi ma non teatri né live
Magari faccio due palleggi, mai dire mai
Siamo giovani affermati, siamo schiavi dell’hype
Non ti servono i programmi se il consenso ce l’hai
Riapriamo gli stadi ma non teatri né live
Magari faccio due palleggi, mai dire mai
Mai dire mai, mai dire mai
Mai dire mai dire mai dire mai dire mai
Ora che sanno che questo è il trend tutti che vendono il culo a un brand
Tutti ‘sti bomber non fanno goal ma tanto ora conta se fanno il cash
Pompano il trash in nome del LOL e poi vi stupite degli Exit poll?
Vince la merda se a forza di ridere riesce a sembrare credibile
Cosa ci vuole a decidere “tutta ‘sta roba c’ha rotto i coglioni?”
Questi piazzisti, impostori e cialtroni a me fanno schifo ‘sti cazzi i milioni
“le brutte intenzioni…” che succede? Mi sono sbagliato
Non ho capito in che modo twerkare vuol dire lottare contro il patriarcato
Siamo giovani affamati, siamo schiavi dell’hype
Non si vendono più i dischi tanto c’è Spotify
Riapriamo gli stadi ma non teatri né live
Magari faccio due palleggi, mai dire mai
Siamo giovani affermati, siamo schiavi dell’hype
Non ti servono i programmi se il consenso ce l’hai
Riapriamo gli stadi ma non teatri né live
Magari faccio due palleggi, mai dire mai
(Mai dire mai) non so se mi piego non so se mi spezzo
(Mai dire mai) non so se mi spiego, dipende dal prezzo
(Mai dire mai) lo chiami futuro ma è solo progresso
(Mai dire mai) sembra il Medioevo più smart e più fashion
(Mai dire mai) se è vero che il fine giustifica il mezzo
(Mai dire mai) non dico il buongusto ma almeno il buonsenso
(Mai dire mai) ho visto di meglio, ho fatto di peggio
(Mai dire mai) ecco, tu dì un’altra palla se riesco palleggio
Siamo giovani affamati, siamo schiavi dell’hype
Non si vendono più i dischi tanto c’è Spotify
Riapriamo gli stadi ma non teatri né live
Magari faccio due palleggi, mai dire mai
Siamo giovani affermati, siamo schiavi dell’hype
Non ti servono i programmi se il consenso ce l’hai
Riapriamo gli stadi ma non teatri né live
Magari faccio due palleggi, mai dire mai
Mai dire mai, mai dire mai
Mai dire mai dire mai dire mai dire mai
Mai dire mai, mai dire mai
Mai dire mai dire mai dire mai dire mai

E la locura è un chiaro riferimento a Boris, presto di ritorno su Disney Plus.

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