“Conseguenze catastrofiche”: Roberto Burioni e la necessità di “dire le cose giuste” sulla vaccinazione

La gestione dell’emergenza sanitaria Coronavirus è ora nelle mani del generale Francesco Paolo Figliuolo. Questa, ha come priorità in questo momento quella di somministrare i vaccini utilizzando le strutture a disposizione per espandere la campagna. 

Roberto Burioni, l’arcinoto virologo del San Raffaele di Milano, si è rivolto direttamente a Figliuolo sul Corriere della Sera dando consigli su come affrontare la campagna vaccinale.

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Partendo dal trattamento che secondo Burioni sarebbe da riservare ai sanitari che rifiutano i vaccini: “I sanitari che rifiutano i vaccini devono essere trasferiti. Non possono stare a contatto con i pazienti. Chi rifiuta il vaccino non è un ottimo sanitario: fargli cambiare lavoro potrebbe essere un’ottima soluzione sia per lui, sia per i cittadini”. 

Burioni ha quindi aggiunto, sul filo della metafora: “Quando i soldati alleati si trovarono bloccati a Dunkerque, Churchill arruolò qualunque cosa galleggiasse per portare in salvo il maggior numero possibile di soldati sulle coste inglesi. Noi ci troviamo nella stessa situazione.  Da una parte, la malattia, dall’altra la salvezza. Lei faccia lo stesso, nei prossimi mesi arriveranno molti vaccini e la priorità assoluta è somministrare a più persone possibili nel più breve tempo possibile. L’importante è riuscirci”.

Burioni ha quindi invitato il generale a pensare a un piano vaccinale unico per tutto il Paese “vincere questo virus con due piani di vaccinazione diversi è una pericolosa illusione” 

Burioni ha poi concluso sottolineando un concetto importante, legato alla necessità di persuadere circa la necessità della vaccinazione, ma dicendolo nella maniera giusta: “Le cose bisogna dirle anche nel modo giusto. Perché se le persone non sono convinte, non credono a quello che sentono, con conseguenze catastrofiche“.

Lo scorso 24 febbraio Roberto Burioni aveva twittato, in merito alla questio vaccinazione

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