Kim Jong-un avrebbe giustiziato il ministro dell’Istruzione: “Poche videochiamate e troppe critiche”

Kim Jong-un ha giustiziato un funzionario del governo nordcoreano perché il suo dipartimento “non è riuscito a gestire un numero sufficiente di videochiamate e si è lamentato dei carichi di lavoro”. 

Secondo quanto riportato anche dal Mirror, il leader nordcoreano avrebbe ordinato la morte del ministro dell’Istruzione Superiore (il nome è rimasto ignoto) al termine di un’indagine sul motivo per cui il suo dipartimento non stesse mostrando “progressi soddisfacenti”.

L’indagine, condotta dal Dipartimento Organizzazione e Orientamento (ODG), riportava che non si stava facendo abbastanza per “attuare correttamente la legge sull’istruzione a distanza“, fanno sapere le fonti nordcoreane.

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“L’OGD ha condotto un’indagine perché la commissione non è riuscita a fare alcun progresso e perché alcuni avevano criticato le politiche del governo”, riporta il Mirror. Anche alcuni membri del dipartimento si sarebbero “lamentati ad ogni riunione” del loro lavoro, mentre altri mettevano in dubbio la mancanza di risorse fornite dallo Stato.

Kim Jong-un avrebbe compiuto anche altre esecuzioni in passato

Pare che gli ispettori abbiano sottolineato anche la lentezza nell’attuazione della “politica di apprendimento a distanza”, che si ritiene non stia procedendo affatto bene.

In seguito alla condanna a morte del ministro, la nuova commissione sarebbe stata “riorganizzata” con la nomina di Ri Guk Chol, già presidente della Kim Il Sung University. Tra le nuove misure, è in programma di “effettuare regolarmente chiamate in videoconferenza”, ha confermato una fonte.

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Quella del ministro è solo l’ennesima esecuzione ordinata da Kim Jong-un. Come ricorda proprio il Mirror, lo scorso anno il leader nordcoreano avrebbe assassinato un generale dandolo in pasto a dei piranha carnivori. Inoltre, cinque collaboratori sarebbero stati giustiziati da un plotone di esecuzione dopo che il suo vertice del 2019 con Donald Trump non era riuscito a produrre un accordo.

Su nessuna di queste esecuzioni, compresa l’ultima, ci sono conferme, tanto che alcuni osservatori politici non escludono che possa trattarsi di “propaganda” da parte della Corea del Sud e degli USA.

 

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