Italia e Francia salvano le aziende dagli assalti cinesi. Con Draghi tramonta l’intesa con Pechino

Con circa 200 miliardi di euro di fondi di recupero europei destinati all’Italia, il presidente del Consiglio Mario Draghi sarebbe riuscito a raddoppiare gli sforzi per proteggere le aziende locali dalle acquisizioni straniere, Cina su tutte. 

E’ quanto riporta Bloomberg, che sottolinea come la strategia si sia basata su un’intesa tra Italia e Francia per impedire in questo mese la vendita di autocarri e autobus della Iveco SpA (con sede a Torino, ndr) alla FAW Group Co. cinese.

Una collaborazione cominciata durante il viaggio a Roma del ministro delle finanze francese Bruno Le Maire, avvenuto lo scorso marzo per discutere della cooperazione industriale e di come proteggere le economie di Francia e Italia in fase di ripresa dalla pandemia di coronavirus. Le Maire ha sollevato il tema di Iveco con i suoi omologhi italiani, secondo quanto affermato da un funzionario francese.

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Quando l’accordo con FAW è andato in frantumi lo scorso fine settimana, il ministro francese si è affrettato a congratularsi con il ministro dello Sviluppo economico italiano, Giancarlo Giorgetti, affermando in un messaggio su Twitter che il piano “minacciava la sovranità industriale” e che i due ministri stanno lavorando insieme “per mantenere l’industria in Europa”.

Draghi si starebbe riavvicinando sempre più agli USA 

La Germania, la Francia e l’Italia hanno intrapreso tutte le misure possibili lo scorso anno per bloccare gli investimenti dall’esterno, dato che la pandemia ha devastato le loro economie e ha abbassato le valutazioni delle azioni, lasciando le aziende vulnerabili alle offerte estere. Il pacchetto di recupero da 800 miliardi di euro dell’Unione europea va proprio nella direzione auspicata da questi Paesi.

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Sempre Bloomberg sottolinea come l’Italia – con l’approvazione del governo sul Recovery Plan prevista entro questa settimana – si starebbe sempre più allontanando dalla posizione pro-Cina che l’aveva vista aderire al massiccio progetto infrastrutturale della Belt and Road Initiative di Pechino nel 2019, nonostante le critiche degli alleati statunitensi ed europei.

La dura presa di posizione di Draghi sulla Cina rientrerebbe quindi nel progetto di riallineamento con gli Stati Uniti e rafforzamento dell’alleanza transatlantica. Posizione ovviamente condivisa dalla Lega.

 

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