Concertone Primo Maggio, Fedez contro Draghi e la Lega sul Ddl Zan e contro la Rai per la censura

Un Fedez rivoluzionario sale sul palco del concertone del Primo Maggio e sconfigge il “politicamente corretto”.

Nonostante anche quest’anno il grande concerto, organizzato dalle tre sigle sindacali confederali, che si svolge da tradizione in piazza San Giovanni a Roma non abbia avuto il pubblico della grandi occasioni per via della pandemia e si sia trasferito al Parco dell’Auditorium della Capitale, ci ha pensato Fedez a ravvivare la serata andata in onda in diretta su Rai 3. Il cantante, sposo dell’influencer Ferragni, prima della sua esibizione non le ha mandate certo a dire e così come aveva annunciato già nel pomeriggio con una serie di interventi social si è fatto beffa della censura ed è andato giù duro in particolare in difesa del Ddl Zan e contro gli esponenti della Lega che osteggiano la parità di genere.

L’intervento di Fedez in diretta al concerto del Primo Maggio

E così il cantante prima di esibirsi ha deciso di leggere un lungo intervento che si era appuntato su dei fogli di carta spiegando prima di tutto come da parte dei vertici Rai non ci sia stata alcuna approvazione a quello che stava per dire anzi gli era stato vivamente caldeggiato di soprassedere. “Buon primo maggio a tutti i lavoratori, anche a chi il lavoro ce l’ha ma non ha potuto esercitarlo per oltre un anno – ha esordito il cantante -. Per i lavoratori dello spettacolo questa non è più una festa. Caro Mario, capisco che il calcio è il vero fondamento di questo Paese, però non dimentichiamoci che il numero dei lavoratori del calcio e quello dello spettacolo si equivalgono. Quindi almeno qualche parola, un progetto di riforma in difesa di un settore che è stato decimato da questa emergenza“.

L’affondo di Fedez in difesa del Ddl Zan

Ma Fedez è andato giù duro in particolare sul Ddl Zan osteggiato dalla Lega in parlamento: “Due parole per l’uomo del momento, il ‘sonnecchiante’ Ostellari. Ha deciso che un disegno di legge di iniziativa parlamentare, quindi massima espressione del popolo, che è stato già approvato alla Camera come il Ddl Zan, può essere tranquillamente bloccato dalla voglia di protagonismo di un singolo, cioè se stesso!. ha detto Fedez che a quel punto ha preso ad enumerare tutti gli interventi dei vari esponenti leghisti che si sono scagliati contro gli omossessuali. Poi il cantante ha concluso il suo intervento facendo un duro passaggio anche su ProVita: “A proposito di diritto alla vita, quella del presidente dell’associazione ProVita, l’ultra cattolico e antiabortista, Jacopo Coghe, amicone del leghista Pillon, in questi mesi è stata la prima voce a sollevarsi contro il Ddl Zan. L’antiabortista, però, non si è accorto che il Vaticano ha investito più di 20 milioni di euro in un’azienda farmaceutica che produce la pillola del giorno dopo”.

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La risposta della Rai a Fedez e la pubblicazione della telefonata prima dell’esibizione

Naturalmente la Rai è subito scesa in campo per cercare di porre argine a un intervento che è diventato subito virale sui social. Infatti in una nota “Mamma Rai” ha scritto: “Rai3 e la Rai sono da sempre aperte al dibattito e al confronto di opinioni, nel rispetto di ogni posizione politica e culturale. E’ fortemente scorretto e privo di fondamento sostenere che la Rai abbia chiesto preventivamente i testi degli artisti intervenuti al tradizionale concertone del Primo Maggio, per il semplice motivo che è falso”, ha scritto l’azienda. Di tutta risposta però il cantante ha pubblicato sui social la telefonata che è intercorsa con quei vertici Rai che hanno cercato di mettere una pezza alla polemica e dai video viene fuori la verità che il cantante ha portato sul palco e che ha spiegato a inizio dell’intervento che ha mandato in subbuglio il Primo Maggio.

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