Denise Pipitone, al puzzle si aggiunge il tassello delle misteriose sim telefoniche

Ancora un nuovo tassello si aggiunge al mistero del rapimento di Denise Pipitone oggi durante la puntata di Mattino Cinque. Il maresciallo Francesco Lombardo fa presente l’esistenza di una strana traiettoria effettuata dalle schede sim dei telefonini utilizzati dalla famiglia di Anna Corona ai tempi del rapimento. Si apre una nuova pista?

Il caso di Denise Pipitone

Il caso di Denise Pipitone ha di nuovo animato i media, a sorpresa dopo ben diciassette anni dalla scomparsa della piccola bambina di Mazara del Vallo. L’attenzione è arrivata dopo che una ragazza russa presentava una storia molto simile a quella di Denise, ma la loro identità è stata scartata dal test del DNA.

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Lo strano giro delle schede telefoniche

“Il telefono era spento, ma sull’utenza telefonica è arrivato lo stesso un messaggio”, ha spiegato il maresciallo Francesco Lombardo. La Sim però, nel frattempo era stata tolta. Quindi il sistema non riusciva a consegnare il messaggio, che continuava a cercare la rete, anche se il telefono era spento. Per questo, durante la notte ci sono le celle agganciate”.

 Ma quindi un’altra persona ha usato il telefono di Anna Corona? O un’altra persona o lei stessa ha messo la sua scheda su un altro cellulare, risponde il maresciallo, augurandosi poi che le indagini siano rianimate anche da questo elemento.

La lettera anonima

Poi, il maresciallo commenta anche la lettera anonima che è stata ricevuta negli scorsi giorni. “Questo anonimo ha riconosciuto i tre a bordo dell’auto, indica i nomi. Sono persone che erano all’interno delle indagini ed erano già state sentite. L’avvistamento è relativo a 45-60 minuti dopo la scomparsa. Aspettiamo che l’anonimo si faccia sentire, ce lo auguriamo. Possiamo parlare di persone della famiglia allargata di Anna Corona? Possiamo parlare di famiglia allargata…”.

Sulla questione si è espresso anche Giacomo Frazzitta, avvocato della mamma di Denise, Piera Maggio. Se ci sono stati degli errori, anche in via disciplinare, credo che si dovranno pagare”.

 

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