Elvis Presley era razzista: le accuse del famoso produttore musicale fanno discutere

Il magnate della musica Quincy Jones ha fatto sapere di non aver mai lavorato con Elvis Presley perché era un “razzista”.

Il celebre produttore musicale, oggi 88enne, ha lavorato nel corso della sua carriera con molti famosi musicisti, tra cui Michael Jackson. Quincy Jones ha espresso la sua opinione sul Re del Rock ‘n’ Roll in un’intervista rilasciata a The Hollywood Reporter e ripresa anche dal Mirror.

Quando gli è stato chiesto delle sue esperienze con Elvis, Quincy non le ha mandate a dire, confermando di non aver mai lavorato con Presley ed etichettandolo come “razzista”.

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“Stavo scrivendo per Tommy Dorsey (trombonista e direttore d’orchestra, ndr), erano gli anni ’50. Elvis entrò e Tommy disse chiaramente che non voleva suonare con lui”, racconta Quincy Jones.

Il produttore musicale ha poi aggiunto che Elvis veniva “allenato” a cantare da Otis Blackwell, artista statunitense autore di molti brani rock and roll. Questa rivelazione cozza con quanto affermato dallo stesso Blackwell nel 1997 in una puntata del David Letterman Show, dove ammise di non aver mai incontrato Elvis.

“Ho vissuto il razzismo sulla mia pelle a Hollywood”

Quincy è noto soprattutto per aver lavorato su alcuni degli album più famosi di Michael Jackson, ovvero Thriller, Bad e Off The Wall. Considerato uno dei musicisti jazz più influenti del 20esimo secolo, il suo lavoro nell’industria musicale ha attraversato ben sette decenni e gli ha permesso di vincere complessivamente 28 Grammy.

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Quincy Jones ha lavorato anche con star come Frank Sinatra e ha ottenuto anche diversi riconoscimenti durante la sua incredibile carriera.

Nell’intervista, il musicista ha anche ricordato di essere stato vittima di razzismo all’inizio della sua carriera, quando è entrato per la prima volta a Hollywood.

“Mi hanno chiamato per fare Mirage, un film con Gregory Peck – racconta – Ero vestito con il mio abito preferito e il produttore è venuto a trovarmi alla Universal. Quando mi ha visto, è tornato indietro e ha detto a Joe Gershenson (supervisore musicale, ndr): ‘Non mi avevi detto che Quincy Jones era un negro'”.

 

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