Denise Pipitone, “la verità potrebbe essere a un passo”: parola dell’ex pm

Il caso di Denise Pipitone, la bambina di Mazara del Vallo sparita ormai 17 anni fa non smette di far discutere, specie adesso che i riflettori sembrano essersi riaccesi sulla vicende, a partire dalla pista russa poi smentita.

Anna Corona, ex moglie del papà di Denise, a suo tempo tra i sospetti, è tornata a essere al centro dei riflettori a causa di una nuova intercettazione emersa di recente.

Le intercettazioni inedite

È stata la trasmissione Mattino Cinque a diffondere alcune chiamate inedite tra Anna Corona e la figlia, Jessica Pulizzi, risalenti all’11 settembre 2004, 10 giorni dopo la scomparsa della piccola Denise.

È la madre a rivolgersi alla figlia, sapendo che lei aveva testimoniato il falso: non era a casa la mattina dei fatti.

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“Dicono che sei stata a casa la mattina, non hai detto che sei uscita con Alice? – chiede Anna Corona alla figlia – Quando parlo non perdere le staffe, io sono tua madre, non l’appuntato dei carabinieri“.

“Io ho la testa di andare a casa di tua sorella. Tu mi devi solo guardare negli occhi e rispondere”, continua a dire la madre. “Loro dicono che tu hai dichiarato che sei stata in casa, ho chiesto anche di farmi leggere il foglio della deposizione ma mi hanno detto che non posso leggerlo“.

Denise è ancora viva?

Al netto di queste intercettazioni emerse di recente, il quesito rimane sempre lo stesso: Denise è ancora viva?

Del fatto che lo sia non sembra esserne convinta solo la mamma Piera Maggio, ma anche la pm Maria Angioni che aveva indagato sul caso tra il 2004 e il 2005. “Qualcuno sa dove è stata portata dopo il rapimento o sa dove si trova in questo momento”, ha dichiarato – secondo quanto riportato da ‘Nuova Sardegna’.

Questa persona è stata testimone dello spostamento o lo ha addirittura operato in prima persona. Fino a oggi ha taciuto per rispettare forse un patto ora saltato“.

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Poi, la pm che dopo i fatti è stata trasferita in Sardegna, ha continuato: “Chi prese Denise voleva ucciderla, ma qualcun altro lo ha impedito. Non è stata riconsegnata alla famiglia perché c’era un patto. Il clima ora è cambiato: qualcuno sta parlando e scardinando degli alibi: ci sono delle testimonianze importanti, le ricerche sono state intensificate e la verità potrebbe essere a un passo“.

L’ex pm è davvero convinta che Denise sia ancora viva e che la Procura abbia avuto difficoltà legate al momento particolarmente complicato: “Denise è scomparsa in un momento in cui la Procura era in una situazione di oggettiva debolezza: vi erano state delle inchieste per  favoreggiamento, spaccio di droga e induzione alla prostituzione che avevano coinvolto alcuni esponenti della polizia”.

La Angioni ha quindi proseguito: “Al nostro procuratore capo era stato recapitato un proiettile militare. C’era l’intenzione di mettere una bomba sotto la sua abitazione. Abbiamo denunciato tutto in procura a Caltanissetta, ma non ci hanno presi sul serio. Da anni denuncio questa situazione”.

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