Stupra e uccide 130 donne mentre partecipa a uno show tv: la storia del “dating game killer”

La storia di Rodney Alcala, conosciuto negli Usa come il “Dating game killer”, verrà presto raccontata in una serie: scopriamola insieme.

Negli Stati Uniti d’America c’è una lunga lista di persone divenute celebri per i loro efferati crimini. Proprio in America è stato coniato il termine Serial Killer intorno agli anni ’70 del novecento, quando l’FBI ha cominciato ad indagare su casi di omicidi che presentavano degli elementi comuni seppure avvenuti in luoghi differenti. Il termine venne usato per la prima volta dai profiler del Federal Bureau, Robert Ressler e John Douglas, per identificare quegli assassini metodici che tendevano a ripetere dei rituali nelle loro uccisioni. Gli omicidi venivano compiuti singolarmente e tra l’uno e l’altro poteva passare anche un intervallo di tempo abbastanza lungo.

In quel periodo vennero identificati come esempi di assassini seriali criminali come Ted Bundy, David Berkowitz, Dean Corll e Juan Vallejo Corona. A questa tipologia di criminali appartiene anche Rodney Alcala, un fotografo californiano che è stato incriminato per 5 dei suoi omicidi solamente nel 2010. Dalla ricostruzione investigativa e processuale si ritiene che il suo primo assassinio sia avvenuto nel 1971. Tuttavia il suo primo crimine conosciuto è stato il rapimento e la violenza ai danni di una bimba di 8 anni nel 1968. All’epoca venne emesso un mandato di cattura, ma Alcala lasciò la California per trasferirsi a New York sotto falso nome.

Dating game killer: la storia inquietante di Rodney Alcala

In fuga ma per nulla intenzionato ad abbandonare i propri propositi criminali, Rodney si è fatto assumere ad un campo estivo per bambini con lo pseudonimo di John Burger. Nel 1971 stuprò ed uccise la sua prima vittima conosciuta: Cornelya Crilley. La giovane venne prima soffocata fino a svenire, quindi risvegliata con lo stupro ed infine strangolata a morte. Questa tortura divenne il suo modus operandi e permise dopo anni all’FBI di ricollegare ad Alcala una serie lunghissima di omicidi irrisolti.

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Ciò che sorprende è che i crimini successivi a quello del ’71 potevano essere evitati: nel 1974 venne condannato per l’aggressione alla bambina di 8 anni, ma venne rilasciato sulla parola nel 1976, poco dopo venne arrestato nuovamente per un’aggressione ad una 13enne, ma venne rilasciato nel ’77 sulla parola. Il soprannome ‘Dating game killer‘ è legato al suo secondo omicidio conosciuto quello di Ellen Jane Hoover, altra ragazza di 23 anni residente a New York. Quello stesso anno, infatti, venne scelto come concorrente ad un Dating game sulla tv nazionale e vinse la puntata ottenendo la possibilità di uscire con un’aspirante modella.

La ragazza comprese che Alcala era strano e lo lasciò prima di incorrere in qualche brutta sorpresa, ma altre giovani non furono così fortunate. Nel 1979 venne arrestato dopo il ritrovamento del corpo in decomposizione di Robin Samsoe, una bambina di soli 12 anni. Processato nel 1980 e condannato, Alcala la fece franca perché il verdetto fu annullato per un vizio di forma. Nel 1986 venne processato nuovamente, ma anche in questo caso il verdetto di condanna venne annullato. Dopo che gli investigatori collegarono a lui anche gli omicidi di Jill Barcomb (18 anni), Georgia Wixted (27 anni) nel 1977, Charlotte Lamb (21 anni) nel 1978 e Jill Parenteau (21 anni) nel 1979, il serial killer venne nuovamente processato nel 2003.

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Finalmente nel 2010 venne condannato per 5 dei 7 omicidi venuti a galla. In seguito alla condanna venne correlata al Dating game killer anche la morte di Christine Thornthon del 1982, ma l’imputato, ormai in condizioni fisiche precarie era troppo debole e malato per essere sottoposto a processo. Le indagini hanno portato a galla altri 120 casi insoluti che potrebbero essere collegati ad Alcala e si pensa che questo serial killer possa aver ucciso dalle 8 alle 130 ragazze.

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