Covid, variante indiana (o delta) e variante russa: c’è da preoccuparsi? Tutto quello che sappiano

L’arrivo della variante Delta (o Indiana) in Italia e la scoperta della variante russa, fanno temere nuovi peggioramenti: c’è da preoccuparsi?

La diffusione in tutto il mondo della variante Delta del Covid (prima conosciuta come indiana) spegne in parte l’entusiasmo sull’andamento della curva epidemiologica e sull’avanzamento della campagna vaccinale. Secondo gli ultimi dati questa nuova variante è presente già in 70 Paesi ed ha raggiunto ormai tutti i continenti. Oltre che in Asia, infatti, casi di variante Delta sono stati riscontrati in Usa, in Uk, Africa e Europa.

Da qui l’allarme dei medici, i quali ritengono che proprio l’arrivo della variante in questione pone l’esigenza di velocizzare la campagna vaccinale. Per il momento, infatti, sembra che la doppia dose di vaccino sia sufficiente a contrastare gli effetti più gravi della variante, anche se non tutti i vaccini assicurano al 100% la copertura dall’infezione. Gli scienziati sono convinti che a causa della maggiore facilità di trasmissione e della maggiore resistenza, la variante Delta sarà presto quella preponderante nel mondo.

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La diffusione della variante Delta

A preoccupare è ciò che sta capitando nel Regno Unito. Sono numerosi infatti i cittadini britannici che sono stati contagiati nonostante la doppia dose di vaccino e fino ad ora sono 12 le vittime della variante delta nonostante avessero completato il ciclo vaccinale. L’aumento dei casi ha convinto Boris Jhonson ed il governo britannico a ritardare le riaperture e valutare con calma la situazione. A quanto pare, allo stato attuale, circa il 90% dei contagi nel Regno Unito sono causati dalla Delta.

Anche nel resto d’Europa la nuova variante comincia ad essere predominante. In Portogallo il 50% dei nuovi casi delle ultime settimane presenta segmenti aggiuntivi della Delta, in Germania c’è stato un aumento del 50% ed in Belgio del 60% nelle ultime due settimane. Anche in Italia sono stati riscontrati i primi casi in Lombardia (81), Sardegna (12) e Puglia (25). Al momento si tratta di pochi casi, ma secondo il virologo Pregliasco potrebbero essere più di quelli riscontrati.

La variante Russa

Secondo quanto riportato dal Daily Mail, i responsabili del Gamaleya Research Institute, i creatori del vaccino Sputnik, hanno dichiarato alla stampa di aver individuato una variante russa del Covid. Attualmente non è chiaro se questa variante sia o meno resistente ai vaccini, ma si ritiene in linea di massima che ci si possa fidare della copertura offerta. La Russia sta vivendo una fase di crescita dei contagi già dalla metà di maggio e ieri solo Mosca contava un numero totale di contagiati pari a 7.704, il valore più alto dalla fine di dicembre.

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I ricercatori ritengono che questo incremento improvviso possa essere causato proprio dalla nuova variante. Il vicepresidente del Gamaleya Research Institute, Denis Logunov, ha spiegato che al momento è importante isolare, se esistono, i ceppi moscoviti: “Ora stiamo monitorando la situazione a Mosca e, cosa più importante, Mosca potrebbe avere i suoi ceppi moscoviti”. Riguardo l’efficacia dei vaccini, il presidente dell’istituto Alexander Gintsburg, ha dichiarato al Moscow Times: “Pensiamo che il vaccino sarà efficace, ma dobbiamo aspettare i risultati dello studio”.

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