YouTube Italia piange Youtubo anche io. Ecco di cosa è morto ‘il maestro’

Adesso è ufficiale: è morto lo youtuber, conosciuto come ‘Youtubo anche io’, a soli 42 anni stroncato da un infarto. Era diventato celebre per i suoi videoabbuffata che gli erano valsi il nome di ‘maestro’, ma anche l’accanimento di molti hater che additavano la sua obesità.

Fame di fama o di contatto?

Aveva raggiunto la fama grazie alla sua fame, poi si era ritirato dalle scene stanco degli attacchi degli haters, che si dividevano tra chi invitava a smetterla di condividere tali video e chi si burlava del suo peso. Adesso, dopo diverso tempo in cui le illazioni si rincorrevano, è ufficiale: Omar Palermo, in arte ‘Youtubo anche io’ è morto a causa di un infarto.

LEGGI ANCHE => star del Bodybuilding e di YouTube muore a 49 anni: il cordoglio della famiglia

Omar Palermo era diventato popolare sul web condividendo video, lunghissimi video, in cui mangiava quantità spropositate di cibo, spesso su commissione degli iscritti al canale, che si aggirano intorno ai 500 mila, per quasi 66 milioni di visualizzazioni. Cifre monstre per video che altro non erano che l’espressione di un disordine alimentare, probabilmente Binge Eating, video che spesso erano ‘commissionati’, ovvero richiesti dagli stessi utenti, ma che al contempo generavano, giustamente, tantissime critiche e spesso cattive ironie.

Filmati come ‘40 kinder fetta al latte e un pollo rafforzante’ o ‘1 kg tiramisù + mezzo pollo’ sono ormai delle pietre miliari per gli amanti del trash, eppure questo ludibrio pubblico si fondava sull’esasperazione e l’esaltazione dei problemi alimentari di un uomo forse troppo solo.

La conferma della morte

Da qualche mese lo youtuber si era ritirato dalla scena pubblica, stanco degli insulti degli haters e volenteroso di risolvere il suo problema. In questo tempo di terapia, 55 kg persi in seguito ad un problema alla gamba, si rincorrevano le voci di una sua presunta morte, molto probabile considerando lo stile di vita che documentava, voci sempre smentite fino ad oggi, in cui la stessa agenzia funebre ha dovuto divulgare la notizia per fermare i migliaia di curiosi che chiamavano per avere certezza del rumors: “Riceviamo migliaia di chiamate, non riusciamo più a lavorare, per favore scrivete che la notizia è vera”.

Impostazioni privacy