I talebani e la schiavitù sessuale: La Luce contro Open

La caduta di Kabul e il conseguente ritorno al potere dei talebani in Afghanistan ha sconvolto il mondo. 

La preoccupazione principale riguarda le donne, che hanno sempre ricevuto un trattamento a dir poco discriminatorio da parte dei talebani. Le “rassicurazioni” fornite in questo senso dagli stessi “Taliban” non convincono la stampa estera, compresa quella italiana.

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Tra le testate che battono maggiormente su questo punto c’è sicuramente Open, il quotidiano diretto da Enrico Mentana, che ha parlato di “rieducazione talebana delle donne”. Secondo Open, infatti, i “Taliban” avrebbero già imposto matrimoni forzati con le donne afghane.

Un resoconto che viene criticato da un’altra testata, La Luce, che invece sottolinea come i talebani avrebbero chiesto agli imam locali la lista di tutte le donne non sposate in un’età compresa tra i 15 e i 45 anni, in modo tale da poterle proporre ai combattenti.

Il portavoce Mujahid smentisce: “Nessun matrimonio forzato”

La Luce evidenzia come Open riprenda un articolo del quotidiano The Indipendent, che a sua volta utilizza come fonte The Hindustan Times che cita infine il Sun, noto tabloid britannico scandalistico, non sempre affidabile.

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La Luce tende a precisare che in nessun passaggio si parlerebbe di “schiavitù sessuale”, come invece evidenziato dal quotidiano diretto da Enrico Mentana.

La smentita dei Talebani non è tardata ad arrivare. L’attuale portavoce dei “Taliban”, Zabiullah Mujahid, ha voluto ribadire che le accuse di matrimoni forzati “sono false ed infondate”. Inoltre, sempre secondo Mujahid, sia i matrimoni forzati che le uccisioni di militari afgani di cui si parla in queste ore “violerebbero la tradizione culturale”.

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