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Interni

Da “Putin difensore dei valori europei” alla difesa dei “patrioti ucraini”: la Meloni cambia idea

La leader di Fratelli d’Italia tira dritto nel proclamarsi anti-putiniana, ma carta canta e, in questo caso, la carta è il suo libro, pubblicato per altro recentemente, nel quale la figura di Putin era descritta tutt’altro che negativamente…

Se è vero che solo gli stupidi non cambiano idea, è altrettanto vero che, per farlo, si deve pur avere un criterio.

A seguito dello scoppio della guerra fra la Russia e l’Ucraina si sono susseguiti una serie di commenti da parte della politica internazionale.

Non sono ovviamente mancati quelli della politica italiana, fra i quali la destra, che in questa partita se ne gioca un’altra internamente: quella con la coerenza.

Una meta partita, insomma, in cui dopo anni di sostegno incondizionato nei confronti del capo del Cremlino Vladimir Putin deve ora fare marcia indietro.

Vani i tentativi de Il Giornale di definire la scelta pro-Ucraina di Giorgia Meloni come una scelta “non dell’ultima ora”.

Carta canta e, come si diceva, la carta a cantare, in questo caso, sono le pagine del libro della leader di Fratelli d’Italia. Che, per altro, ha scalato le vette delle classifiche delle vendite italiane.

A 10 giorni dalla sua uscita nelle librerie la scorsa estate, infatti, il volume della Meloni è volato al secondo posto della classifica dei libri più venduti della settimana nella top ten stilata da Nielsen.

Ma, vendite a parte, in quel testo la leader di FdI ha dedicato non pochi elogi a Putin. E non lo ha fatto solo nel suo libro. Ma, d’altronde, non lo ha fatto solo lei.

Quando per la Meloni Putin, “un dono del signore” era l'”emblema dei valori cristiani”

Lei e il collega Matteo Salvini lo hanno definito un “dono del signore”, che andava persino insignito del “premio nobel per la pace” perché considerato “il miglior statista del mondo” che fosse in grado di “garantire la pace in Europa”.

E già fa ridere così. Ma non basta.

Nel libro pubblicato recentemente scriveva: “Putin difende i valori europei e l’identità cristiana”.

E se, a detta di alcuni, lo stesso Putin elogiato da Salvini e Meloni non è lo stesso di ora, dovrà ricredersi.

Mentre Matteo Salvini, infatti, avrebbe volentieri scambiato “due Mattarella per mezzo Putin”, e Giorgia Meloni lo descriveva come il baluardo dei valori europei e della pace a cui ispirarsi per scrivere il futuro, Putin era lo stesso statista che mandava le spie in giro per l’Europa ad avvelenare i dissidenti con il Novichok.

E lo stesso, identico, che faceva sparire i giornalisti scomodi.

“Ah, memoria, nemica mortale del mio riposo!”, avrebbe detto Miguel De Cervantes.

Martina De Marco

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