Chiara Ferragni come Denis Dosio e Salvini: ecco cosa c’è dietro il video che ha fatto arrabbiare la Lucarelli

Prende sempre più piede il nuovo trend social finalizzato a creare indignazione. E l’indignazione genera numeri. Lo sa bene Chiara Ferragni, che ha scatenato l’ira di Selvaggia Lucarelli che è cascata a pieno nella trappola dell’influencer

Non è certamente una sprovveduta Chiara Ferragni, che prima di pubblicare ogni singolo contenuto sui suoi social network non lo fa, di certo, a cuor leggero. Anzi.

Chiara-Ferragni

La matrona delle influencer nostrane ha appreso una lezione che, paradossalmente, ce l’ha insegnata più di tutti Matteo Salvini: quella dell’indignazione.

Vediamo cosa c’è realmente dietro l’ultimo video pubblicato dalla Ferragni riguardante il furto di accappatoi negli hotel, che ha suscitato un’ondata di polemiche infinita facendo tornare, come sempre, tutto a vantaggio di chi il contenuto lo ha creato.

Chiara Ferragni, cosa c’è realmente dietro il video dell’accappatoio che fa tanto arrabbiare la Lucarelli? Una strategia (che ci hanno già insegnato Denis Dosio e Salvini)

Ultimo degli esempi paradigmatici in tal senso è stato il caso di Denis Dosio.

Ne abbiamo parlato già in questo articolo, dove abbiamo analizzato cosa ci fosse realmente dietro quel patetico video in cui finge di piangere per la chiusura del suo profilo.

Due frasi tattiche buttate lì, come quella che non vuole andare nel cantiere dello zio per potersi guadagnare la pagnotta, una recitazione fatta male e grossolana ed ecco la ricetta perfetta per finire in trend nel giro di mezz’ora.

Indignazioni, commenti, condivisioni, schieramenti fra chi come un babbeo lo difende e chi, come un babbeo, lo attacca.

Non si offenda nessuno. E’ la verità, la verità dietro un meccanismo per il quale generare contenuti divisivi paga sempre.

L’idea di fondo è quella di suscitare un sentimento qualsiasi, positivo o negativo che sia, e farci dire: “Ma guarda quell’idiota”.

Maestro indiscusso è Matteo Salvini, che con la cosiddetta ‘Bestia’, ossia la macchina di fango social messa in piedi da Morisi, ha dato lezioni social più di un qualsiasi content creator digitale.

L’obiettivo è quello di fare numeri. Numeri di like, commenti, condivisioni, di chi si indigna dinanzi a parole così brutali sugli immigrati e chi pensa: “Opperbacco c’ha ragione!”.

Poco importa, a Salvini o Denis Dosio, avere ragione. O tanto meno compassione.

L’importante, in qualsiasi di queste situazioni, è che la creazione di contenuti divisivi generi numeri tali che l’algoritmo li diffonda a chiunque e velocemente in modo da ottenere una copertura a dir poco plateale.

Importa che chiunque, in qualsiasi modo, dica la sua. Che si arrabbi, o condivida quello che è stato detto, l’importante è che lo esprima con una reaction o con un commento.

O meglio ancora con una condivisione.

Ed è proprio questo che ha fatto Chiara Ferragni.

Il video della discordia è questo. Nel video l’influencer ironizza sul fatto che ammette di aver rubato accappatoi negli hotel come souvenir.

Apriti cielo.

Fra chi l’ha difesa dagli attacchi tirando un sospiro di sollievo perché “Beh, anche lei è umana” e chi, invece, ha montato una polemica enorme sul fatto che rubare è reato e che il costo per le strutture ricettive sia insostenibile se ogni cliente ruba dalle stanze.

Ed ecco che il gioco è fatto.

Anche Selvaggia Lucarelli è cascata nella rete della Ferragni.

La giornalista in un post ha voluto “denunciare”, in preda all’indignazione, il video virale di Chiara, accusandola di incoerenza:

“Qualcuno spieghi a Chiara Ferragni, colei che denuncia situazioni di illegalità a Milano, che portarsi a casa la biancheria dagli hotel non è una caz***a con cui fare contenuti su Tik Tok, è un reato”.

E’ vero che Chiara Ferragni ruba negli hotel? Poco importa. Molto probabilmente no.

Quello che emerge, ad ogni modo, è quanto poco veritieri siano i contenuti condivisi sui social.

Come giustamente ha fatto notare la creatrice di contenuti dal taglio fortemente critico @Serenadoe___, il piano editoriale è basato sull’analisi dei trend, compresi quei post come questo che noi interpretiamo come spontanei.

Ma alla fine, è tutta una questione di trend.

P.S il video è sparito da TikTok.

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