Schettino fa infuriare i parenti delle vittime del Costa Concordia | Potrebbe lasciare il carcere

In seguito al disastro della Costa Concordia, avvenuto il 13 gennaio 2012 nei pressi dell’Isola del Giglio, sono morte 32 persone tra i passeggeri e i membri dell’equipaggio.

Il processo che ne è scaturito ha portato ad una condanna a 16 anni di reclusione per Francesco Schettino, il comandante della nave di proprietà della compagna di navigazione Costa Crociere. Tuttavia, come affermato all’Adnkronos anche dal marito di una delle vittime, pare proprio che Schettino possa veder ridurre notevolmente la sua pena. Ma com’è possibile?

schettino

Elio Vincenzi, marito di Maria Grazia Tricarico – tra le vittime del naufragio della Costa Concordia – commenta la notizia che vorrebbe il comandante Francesco Schettino pronto a lasciare Rebibbia per essere collocato all’Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi (ex Discoteca di Stato).

Ma perché questo spostamento? A quanto pare Schettino dovrebbe occuparsi della digitalizzazione di alcuni processi, tra cui quello relativo alla strage di Ustica.

“Ma la giustizia in Italia dov’è?”

“E’ inammissibile che dopo la morte di 32 persone Schettino si faccia 6 anni di carcere su una condanna di 16, inammissibile che gliene vengano abbonati 10 – tuona Elio Vincenzi – È semplicemente vergognoso. A me può anche non fregarmene nulla, ma che gli venga decurtato circa il 60 per cento della condanna mi sembra eccessivo”.

“Ed è soprattutto offensivo verso tutti noi familiari delle vittime – aggiunge – Certo, diranno che è stata applicata la legge, ma il rispetto per le persone che sono morte dov’è? Nella lapide che c’è al Giglio?”. Nelle parole di Elio Vincenzi si percepisce tutta la rabbia per questa notizia: l’uomo si chiede “dov’è la giustizia in Italia”.

costa concordia

A distanza di 11 anni dalla tragedia al largo dell’Isola del Giglio, che provocò la morte di 32 persone, la Direzione del penitenziario avrebbe chiesto lo spostamento di Schettino e il suo impiego nella digitalizzazione dei processi. A quanto pare Schettino ha maturato il termine per poter richiedere l’accesso alle misure alternative, che viene normalmente concesso dopo aver scontato metà della pena.

“Anni fa, subito dopo la condanna di Schettino, dissi di essere consapevole di vivere in Italia e di sapere come le cose funzionano nel nostro Paese – ha poi aggiunto il marito di Maria Grazia Tricarico – Ero assolutamente certo che Schettino, condannato a 16 anni, pena per alcuni adeguata e per altri no, non sarebbe mai rimasto in carcere per tutto quel tempo”.

Il nuovo lavoro di Schettino: cosa dovrà fare

Ma cosa andrà a fare esattamente Schettino? Il suo nuovo lavoro consiste nel rendere immateriali le testimonianze e gli atti giudiziari fondamentali che risalgono a molti decenni fa.

L’ex comandante della Costa Concordia svolgerà questa mansione in un ambiente videosorvegliato, dove avrà il compito di scansionare le carte che fanno parte dei fascicoli degli atti dei processi nello stesso ordine in cui le troverà. Schettino potrà contare sull’ausilio e la supervisione di archivisti-formatori.

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