“Se mi chiami omofobo sei un figlio di pu***na”: la risposta di Amedeo dopo il post su Instagram

Amedeo Grieco, ospite di DiMartedì, risponde alle polemiche sorte sul suo discorso sulla “dittatura” grammaticale vigente in televisione.

L’ultima puntata di Felicissima Sera si è conclusa con il botto in tutti i sensi. Il duo comico ha ottenuto per la terza settimana di fila consensi e ascolti, ma uno dei monologhi della serata ha generato una vera e propria bufera mediatica e sui social. Amedeo Grieco (una delle metà di Pio e Amedeo) ha voluto chiarire la sua posizione sul divieto di utilizzo di determinate parole o di tipologie di scherzo politicamente scorretto che fino a qualche tempo fa erano consentite. Il comico ha anche sottolineato come tale imposizione non viene applicata ai comici fuori dall’Italia, o comunque non in tutti i Paesi.

Il monologo, con lo stile classico di Amedeo, voleva essere un tentativo di fare emergere una posizione differente da quella applicata in tempi recenti. Il comico voleva insomma fare capire che in una battuta, in un contesto ironico, le parole bannate non hanno il significato che viene dato da chi le utilizza per offendere e ferire gay, africani e persone di colore, minoranze e così via. Proprio per questo, a suo avviso, tale imposizione risulta ipocrita, poiché non è in questo modo che si abbattono le diseguaglianze e l’odio sociale.

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Amedeo risponde alle polemiche dopo il post Instagram

Il messaggio è stato compreso dalla maggior parte del pubblico, ma fortemente criticato da alcuni. Tra i polemici ci sono anche politici di sinistra a cui il duo comico ha risposto con un post Instagram abbastanza chiaro. In questo spiegano che non hanno intenzione di chiedere scusa e chiedono loro di non trasformare il loro monologo in una scusa per fare partire una querelle per altri fini. Sulla questione ha voluto vederci più chiaro anche la trasmissione DiMartedì.

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Raggiunto da un’inviata del programma, Amedeo ha ribadito la sua intenzione di non scusarsi: “La prossima volta non staremo più attenti. Non vedo l’ora di andare in tv a ribadire il concetto. Questa dittatura grammaticale non ce la farà a passare. Se uno ha un’opinione diversa allora è omofobo. Chi mi chiama omofobo è un figlio di put***a”. Il comico è convinto del suo punto di vista ed è cosciente che il suo messaggio non era né omofobo né razzista: “Ci stanno cancellando dei passaggi di film Disney, stiamo perdendo il nord della bussola. E la tanto nominata libertà d’opinione che si invoca, poi alla fine se uno ha un’opinione diversa dalla ‘comunità’ allora è un omofobo”.

 

 

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