90 persone uccise dal “fungo nero” in India: l’aumento dei casi è correlato al Covid-19

Almeno 90 persone guarite dal Covid-19 in India sono morte a causa di una rara infezione fungina.  

Sono in tutto 850 le persone ricoverate in ospedale con mucormicosi nello stato dell’India occidentale del Maharashtra. Come riportato anche dal Mirror, le autorità locali hanno già fatto sapere che dovranno curare 5.000 pazienti nei prossimi mesi.

La patologia, nota anche come “fungo nero”, era considerata piuttosto rara prima della seconda ondata di coronavirus che ha devastato il Paese indiano. La malattia colpiva solo coloro il cui sistema immunitario era stato compromesso, tra cui i diabetici o le persone con HIV o AIDS.

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Senza un trattamento precoce, il fungo nero ha un tasso di mortalità attorno al 50%. I medici sono pertanto costretti a svolgere operazioni terribili per salvare i pazienti infetti, tra cui la rimozione degli occhi o delle mascelle.

La mucormicosi causa annerimento o scolorimento del naso, visione offuscata o doppia, dolore toracico, difficoltà respiratorie e tosse con emissione di sangue.

Il “fungo nero” provocato dall’uso di steroidi per combattere il Covid-19

Stando a quanto affermato dai medici indiani, l’uso di steroidi per il trattamento dei casi gravi di Covid-19 potrebbe aver causato il forte aumento dei casi da “fungo nero”, dato che questi farmaci riducono l’immunità e aumentano i livelli di zucchero.

Il segretario alla salute Lav Agarwal ha affermato che la mucormicosi rappresenta “una nuova sfida per i pazienti con coronavirus in terapia steroidea” e per quelli con diabete preesistente.

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“Abbiamo visto più casi di fungo nero nell’ultima settimana di quanti ne trattiamo normalmente in due anni”, ha twittato il dottor Arvinder Singh Soin, un importante medico indiano che opera a Delhi.

Lo stato del Maharashtra, tra i più colpiti dalla seconda ondata di infezioni da coronavirus, ha già segnalato 1.500 casi.

 

 

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