“Per me è ancora viva”: c’è chi ancora spera 67 giorni dopo la scomparsa di Saman Abbas

Dopo 67 giorni di scavi sono state interrotte le ricerche del corpo di Saman Abbas, la 18enne pakistana scomparsa ormai da tre mesi da Novellara, nel reggiano. 

Gli investigatori ritengono che la giovane sia stata uccisa dalla sua famiglia perché si era opposta ad un matrimonio combinato in patria con un suo cugino. Inoltre, Saman si vedeva con un ragazzo, anch’egli pakistano.

Proprio il fidanzato della 18enne è l’unico a coltivare ancora la speranza di poter rivedere viva Saman. Come riporta anche l’ANSA, il giovane – presente in tribunale a Reggio Emilia per l’incidente probatorio – spera che Saman sia sotto sequestro da qualche parte, visto che il suo corpo non è stato ancora trovato dopo tutto questo tempo.

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“Nessuno può distruggere questa sua speranza”, ha detto ai media il legale del 21enne, Claudio Falleti.

Il giovane, interrogato per circa tre ore, ha sottolineato fuori dall’Aula come abbia ricevuto minacce fino ad alcuni giorni fa via messaggio. Potrebbe essere qualcuno della famiglia di Saman Abbas?

“Senza Saman della vita non mi importa nulla”

“Non abbiamo le prove che sia il padre di Saman o qualcuno della famiglia a minacciarlo – spiega l’avvocato Falleti – Potrebbe essere anche qualche mitomane. Noi abbiamo consegnato tutti i messaggi agli inquirenti ai quali abbiamo chiesto di investigare”.

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Il 21enne ha poi aggiunto di non avere alcuna paura: “Senza Saman della vita non mi importa nulla”, ha spiegato il ragazzo, intenzionato a portare i suoi genitori in Italia “per stare più tranquillo”.

Continua nel frattempo la caccia ai familiari della ragazza, in particolare nei confronti dello zio Danish Hasnain, ritenuto l’esecutore materiale del delitto.

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