Tre anni di prigione per una influencer: colpa di una foto in un museo

Trema la modella turca Merve Taskin che potrebbe trascorrere i prossimi tre anni in prigione per colpa delle foto scattate al museo del sesso di Amsterdam e poi pubblicate sul suo profilo social. Colpa della legislazione turca.

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Da pene a pena il passo è breve

Per il suo 23esimo compleanno, la modella Instagram Merve Taskin si è concessa un viaggio ad Amsterdam e ha documentato tutto con le foto sul suo profilo Ig. Purtroppo però alcune foto, quelle scattate al museo del sesso di Amsterdam, le stanno costando caro.

 

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Le foto sono contrarie al ‘senso della decenza’ imposta dalla legge contro l’oscenità della Turchia, legge per la quale la ragazza è ora costretta ad affrontare un processo, l’udienza è fissata per il 26 ottobre, che potrebbe condannarla a ben tre anni di prigione.

Infatti chiunque sia ritenuto colpevole ai sensi dell’articolo 226 del codice penale turco può essere condannato fino a tre anni di carcere.

La giovane donna è stata arrestata a Istanbul pochi mesi dopo essere tornata nel suo paese d’origine, rilasciata in seguito a una dichiarazione e poi arrestata nuovamente.

 

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La vicenda è diventata di dominio internazionale, con mille testate nazionali che stanno divulgano la storia della giovane per sensibilizzare a una condanna che avrebbe del ridicolo: “Il mio scopo era quello di fare battute”, ha detto la ragazza alla BBC.

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Un sostegno unisono

La ragazza, che pubblica sul suo ig il supporto delle testate degli altri paesi, però è anche molto accomodante nei confronti del governo e sta ‘epurando’ i suoi account social da quello che la legge potrebbe considerare ‘inappropriato’.

“Non voglio andare in prigione per una foto che ho condiviso del museo del sesso di Amsterdam”, rincara la dose la giovane che è supportata dallo stesso museo che definisce l’accusa “assolutamente ridicola”.

“Questa è una situazione così triste”, ha scritto il museo in un post su Instagram.

“Il nostro museo ha lo scopo di educare le persone di tutto il mondo sulla storia del sesso”, ha detto Monique van Marl, direttrice del museo ad Amsterdam, prima di offrire sostegno legale alla giovane.

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