“Ho incontrato un deputato leghista baciarsi con un uomo a Mykonos”: la bomba di Zan scuote la destra

Le rivelazioni di Alessandro Zan, tutte contenute nel suo libro, pizzicano e non poco l’entourage leghista e, numeri alla mano, a detta sua sarebbero molti di più i deputati omosessuali di destra nel parlamento italiano che preferiscono non dichiararsi. E sembra che questa non sia una tendenza solamente italiana: gli altri casi 

“Senza paura – La nostra battaglia contro l’odio” non è ancora uscito nelle librerie (dove lo troveremo fra circa una settimana) ma già anima il dibattito in politica, e non solo.
Il merito è tutto dell’autore, Alessandro Zan, il deputato del Partito Democratico ideatore del tanto dibattuto DDL Zan, la proposta di legge contro l’omotransfobia.
A ridosso dell’uscita del testo, infatti, Zan lancia una bomba non indifferente contro Salvini e la Lega, andando al colpire il delicato cuore del rapporto fra la destra e l’omosessualità.

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“Ho beccato un deputato leghista…”

Il deputato e attivista LGBQT+ ha parlato di un avvistamento a dir poco compromettente avvenuto a Mykonos, in Grecia:
In vacanza a Mykonos ho incontrato un deputato della Lega, del quale mi ricordo cartelli particolarmente aggressivi contro la legge Zan. Stava baciando un uomo“.

Una confessione non da poco che ha fatto rapidamente il giro del web e di tutte le testate giornalistiche, accompagnata da una riflessione in merito all’esiguo numero di omosessuali presenti nel Parlamento, a suo dire derivante dal fatto che molti di loro, schierati con la destra, non abbiano voluto fare coming out:

“Oggi tra Camera e Senato ci sono 945 parlamentari. Quelli apertamente gay e lesbiche sono quattro: Ivan Scalfarotto, Tommaso Cerno, Barbara Masini e io – ha detto in un’intervista a Repubblica, facendo poi una rivelazione bomba – Se sono pochi? Diciamo che è statisticamente impossibile che siamo solo noi quattro e io so per certo che ci sono parlamentari gay in Forza Italia e in Fratelli d’Italia”. 

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Omosessualità e destra, è davvero una contraddizione?

Nel corso della storia il rapporto della destra con l’omosessualità non è stato di certo un rapporto costruttivo, ma anzi costellato da politiche discriminatorie che dal nazismo in poi hanno caratterizzato i programmi di molti partiti, soprattutto quelli più estremisti.

Se tuttavia si dà uno sguardo più approfondito e meno superficiale ci si accorge che, in realtà, non è sempre così.
La leader del partito tedesco di estrema destra Alternative fr Deutschland, Alice Elisabeth Weidel, ha dichiarato in merito:

“Non sono dell’AfD nonostante sia lesbica. Lo sono perché sono lesbica”. 

Una dichiarazione che, come riporta Dagospia, potrebbe sembrare a dir poco sorprendente, considerando le attitudini sovraniste, anti europee e filo naziste del partito.
Ma, come si diceva, lanciando uno sguardo più approfondito al fenomeno ci si accorge che, in realtà, non è niente di sconvolgente. 

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In un articolo de ‘La Stampa’ Mario Baudino chiama in causa a tal proposito Marco Fraquelli, studioso della cultura di destra, il quale ha chiarificato come la questione del rapporto fra le destra e l’omosessualità, dai vari punti possibili di approccio, è molto più complessa e sfaccettata di quello che all’apparenza possa sembrare.

Proprio recentemente questo autore ha riproposto presso l’editore Oaks il suo ‘A destra di Sodoma’, un aggiornamento della prima edizione uscita nel 2007.
Un aggiornamento doveroso, considerato che a distanza di 15 anni il numero degli esponenti della destra che hanno fatto coming out o hanno subito outing sono stati moltissimi.

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Gli omosessuali di destra sono sempre esistiti 

Sul passato si è detto e stradetto.
Da Ernst Rohm, uno dei primi compagni di Hitler nonché creatore delle SA, fino ai sostenitori del regime in Francia, definiti con fare dispregiativo da Sartre “un covo di zie” per poi giungere alla leader prima menzionata dell’Afd, ciò che evidenzia Fraquelli è un aspetto alquanto complesso che pone in evidenza come in realtà molti omosessuali stiano votando a destra per un senso “pragmatico”. 
Come scrive Baudino su La Stampa: “Per esempio per sentirsi più tutelati rispetto agli islamici, anche rinunciando a certi diritti, come sostiene Didier Lestrade in un libro del 2012 uscito per il Seuil, ‘Pourquoi les gays sont passes à droite'”.

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E come dimenticare la pericolosa quanto goliardica orgia omosessuale clandestina in pieno lockdown a cui partecipò l’eurodeputato József Szájer, noto non solo per le sue posizioni omofobe, ma anche come uno dei fondatori del partito anti-lgbt e di estrema destra Fidesz?

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Un altro esempio è quello di Gerald Grosz, giovane leader del partito estremista ‘Alleanza per il futuro dell’Austria (BZÖ)’, il quale si è apertamente dichiarato gay portando una piccola rivoluzione nella galassia dei partiti estremisti di destra dichiaratamente anti lgbt.

Ma d’altronde, come si diceva, non è fatto recente che nel ‘sistema destra’ o addirittura nel mondo dei nazisti ci siano stati personaggi apertamente omosessuali: pensiamo a Michael Kühnen, leader indiscusso del neonazismo tedesco tra gli anni ’70 e ’80, o andando più indietro a Maurice Sachsscrittore ebreo ed omosessuale che oltre ad essere una spia durante il secondo conflitto mondiale divenne un fervente collaboratore della Gestapo nazista. 

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In Italia, oltre al leader leghista pescato a Mykonos, gli esempi non mancano.
Esiste infatti da tempo un’associazione, Gaylib, nata nel 1997 che afferisce a Fratelli d’Italia.
E quegli altri parlamentari di cui parla Zan? Non è dato sapere.
D’altronde, un attivista LGBQT come Zan sa benissimo che si sarebbe una vera e propria violenza, o meglio, outing (l’espressione deriva da un termine inglese, “outed”, che letteralmente significa “scoperto/esposto”. Tale termine viene infatti utilizzato per indicare chi rivela l’inclinazione sessuale di una persona senza il suo consenso.)

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